La scalinata di Trinità dei Monti di Roma è francese? Dopo la Gioconda, scoppia un altro caso Italia-Francia

A sinistra, la gioconda, a destra la celebre scalinata di Trinità dei Monti a piazza di Spagna, Roma
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La scalinata di Trinità dei Monti di Roma è francese? Dopo la Gioconda, scoppia un altro caso ItaliaFrancia. La Corte dei Conti di Parigi ha difatti recentemente redatto un rapporto dettagliato sulle proprietà francesi nella Capitale, in vista del prossimo Giubileo 2025. Sollevando una questione di particolare rilevanza. Vale a dire lo status giuridico della celebre scalinata di Trinità dei Monti. Uno dei monumenti più famosi al mondo. Il documento, firmato dai magistrati francesi e composto da 107 pagine, analizza in profondità la gestione dei beni artistici di proprietà francese nella capitale italiana. Evidenziando diverse criticità e la necessità di una revisione normativa.

La scalinata di Trinità dei Monti di Roma è di proprietà francese?

La relazione della Corte dei Conti denuncia una gestione poco trasparente e caratterizzata da negligenze e inefficienze. Tra i beni sotto esame, figurano importanti complessi artistici e religiosi gestiti dai Pii Stabilimenti di Francia a Roma, una storica fondazione che si occupa della cura di luoghi come San Luigi dei Francesi, Trinità dei Monti, Sant’Ivo dei Bretoni, San Claudio dei Borgognoni e San Nicola di Lorrain.

Tra le opere d’arte di maggior rilievo custodite in questi siti spiccano i celebri dipinti di Caravaggio, che, tuttavia, risultano attualmente inaccessibili presso San Luigi dei Francesi. A causa di lavori di restauro in corso. In vista del Giubileo, si è infatti deciso di rinnovare l’impianto elettrico, giudicato obsoleto e potenzialmente pericoloso, lasciando le cappelle laterali della chiesa coperte da teloni e impalcature. L’intera e intricata vicenda è resa nota da quotidiano il Messaggero.

Dopo la Gioconda, scoppia un altro caso Italia-Francia

Uno dei punti centrali del dossier riguarda proprio la scalinata di Piazza di Spagna, che, secondo il rapporto, è stata costruita con fondi francesi all’inizio del XVIII secolo. E mantenuta, in parte, dai Pii Stabilimenti, con il supporto anche del Comune di Roma e di sponsorizzazioni private. La Francia rivendica dunque una revisione dello status giuridico del monumento. Revisione che permetterebbe di chiarire le responsabilità in termini di manutenzione e restauro. Il rapporto sottolinea la necessità di stabilire con precisione chi debba occuparsi della sua gestione, soprattutto in vista di interventi futuri. Insomma, dopo il caso Gioconda, scoppia un altro caso sconntante tra Francia e Italia alle porte dell’anno Santo 2025? Pare di sì.

Roma, un grosso patrimonio storico e artistico sfuggito al controllo dello Stato

I magistrati francesi, dopo aver esaminato a fondo la gestione dei Pii Stabilimenti, hanno rilevato che gran parte del patrimonio della fondazione, arricchitosi nei secoli con lasciti e donazioni, è stato mal gestito e ha spesso sfuggito ai controlli. Tra i beni figurano decine di palazzi nel centro di Roma e circa 180 immobili affittati, i cui proventi dovrebbero garantire il mantenimento delle chiese. Tuttavia, la gestione affidata a un amministratore religioso e a un tesoriere laico, sotto il controllo dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, è stata criticata per la sua inefficienza.

Gli ambasciatori francesi restano in carica solo per quattro anni, mentre i tesorieri, figure permanenti, sembrano godere di troppa libertà gestionale. Le criticità sollevate riguardano anche episodi di malversazione, mancanza di professionalità e procedure opache negli appalti, che avrebbero portato, in passato, a sovraffatturazioni. Inoltre, è stata rilevata l’esistenza di fondi neri depositati presso lo IOR, con un saldo di 2,3 milioni di euro al momento della chiusura del conto nel 2018.

Le proposte della Corte e la replica dei Pii Stabilimenti

Il rapporto conclude con la proposta di trasformare i Pii Stabilimenti in un’istituzione pubblica, modificando radicalmente le regole di gestione del complesso di Trinità dei Monti, attualmente occupato dalla Comunità dell’Emmanuele, in base a un accordo risalente al 1828. Il complesso ospita inoltre due scuole private.

In risposta al dossier, i Pii Stabilimenti hanno rilasciato una nota in cui affermano che il rapporto è stato redatto in uno spirito di collaborazione. Hanno inoltre sottolineato che le criticità passate sono già state affrontate, e che le gare d’appalto vengono ora gestite secondo le normative vigenti. È in corso, infine, un inventario completo del patrimonio, supportato da un nuovo software gestionale.