La sindaca Raggi sogna i super poteri. E a Repubblica cita ponte Morandi (video)
Per Roma servono più soldi dal governo. E poteri speciali, perché le norme che esistono oggi sono in parte inadeguate. Va all’attacco la sindaca Virginia Raggi, in una video intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. Manca meno di un anno al nuovo appuntamento elettorale a Roma, e i sondaggi per la prima cittadina non sono certo favorevoli. Così lei ha deciso di accettare l’invito e di recarsi personalmente nella sede del noto quotidiano romano. Per esporre le proprie ragioni ed avanzare nuove richieste. Sognando di essere un po’ come il super commissario Arcuri. Per avere più soldi dal governo nazionale e meno burocrazia. Il modello al quale dovremmo ispirarci è quello del piante Morandi di Genova, ha attaccato la Raggi. Con le risorse messe a disposizione e i poteri speciali in un anno e mezzo è stato possibile rimettere a posto tutto quanto. Ecco, noi sindaci avremmo bisogno proprio di questo. Se con quel modello si riesce a lavorare e con altri no, significa qualcosa. Forse le norme che ci sono non sono così adeguate per gestire nemmeno le nostre città. E per dare risposte alla gente. Ora serve sicurezza, economica e sociale. I Romani vogliono ripartire sulle loro gambe, ha continuato la Raggi. Ma devono essere messi nelle condizioni di farlo.
Raggi, il maxi decreto del governo ci deve permettere di spendere. E sullo stadio mi riservo di decidere più in là. Ma perché non chiama Conte?
Si è sottoposta al fuoco incrociato di domande nella sede del quotidiano La Repubblica la sindaca di Roma Virginia Raggi. Una video intervista a tutto campo per la prima cittadina. Nella quale la Raggi cerca di uscire dalle sabbie mobili che rischiano di inghiottirla nell’ultima fase del suo mandato. Tra municipi che cadono e sondaggi che danno il suo gradimento in picchiata. Così la sindaca prova a dettare un’agenda di fine mandato. Che però a questo punto rischia più di essere un memorandum delle cose da fare per il suo possibile successore. Il governo ci deve ascoltare anche nel maxi decreto Rilancia Italia che è in discussione in questi giorni, dichiara la Raggi a Repubblica. Certo, ci servono più soldi. Ma potremmo cavarcela anche con le risorse che abbiamo. Basta che ci permettano di spenderle. Chiedo per esempio una nuova norma. Che mi consenta di utilizzare i crediti accantonati in garanzia, scongelandoli. E di spenderli rapidamente per la nostra città. Magari dovrebbe dirlo a Conte, ma lasciamo perdere. E sullo stadio della Roma non sfuggirà a nessuno che non è un cantiere come gli altri. E che è intervenuta la magistratura. Il progetto sta andando avanti, ma non posso dire di più. E non scioglierò la riserva in questa sede.
Non so se mi ricandiderò, non parlo di poltrone. Dobbiamo dare risposte alla città. Ma la sindaca in questi quattro anni era lei
Non so se mi ricandiderò, non parlo di poltrone. Questa la risposta sul suo futuro di Virginia Raggi intervistata a tutto campo dal quotidiano La Repubblica. Con il giornalista che incalzava, la prima cittadina ha preferito glissare così come sullo stadio. Temi troppo spinosi, e la sindaca sa che non potrà decidere sulla sua ricandidatura da sola. E che nella capitale il clima per lei non è troppo favorevole. Così se l’è cavata con una battuta. Devo pensare ad altro, ha dichiarato ai suoi intervistatori. Ora bisogna dare risposte alla città. Giusto, ma elegantemente quelli di Repubblica non le fanno notare che sono già passati quattro anni di mandato. E che in questo periodo il sindaco è stato sempre e solo lei.
Governo timido sui migranti? Mi fido di Conte. E non pensiamo per forza agli imprenditori come criminali
Lei avrebbe fatto di più sulla regolarizzazione dei migranti? I giornalisti di Repubblica incalzano, e per un attimo la Raggi sembra perdere la pazienza. Io sono il sindaco, risponde. Non ho poteri per decidere su questa materia. Comunque mi fido di Conte. E quando le viene chiesto se a norma del regolamento interno dei Cinque Stelle sia ricandidabile, vorrebbe cavarsela con il classico ho già risposto. No, incalza il giornalista. Non se vuole ma se tecnicamente sarebbe possibile. E la sindaca, non sono io che rilascio su me stessa pareri pro veritate. In chiusura, inevitabile una battuta sul commercio in crisi e la mancata assegnazione delle Olimpiadi a Roma. Non pensiamo per forza agli imprenditori come criminali, dice testualmente la Raggi. Servono poche norme chiare, e poi se non le rispetti con me pubblica amministrazione hai chiuso. E sui Giochi oramai sfumati la sindaca da’ la sua versione. Mai avuto paura della corruzione, solo che Roma non poteva permettersi ulteriore debito. Ora con i soldi bisogna dare risposte sociali, prima che con la crisi economica la criminalità e l’usura prendano il sopravvento.