La tavola rotonda è troppo hard: l’evento “Sex work prostituzione” viene annullato

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“La tavola rotonda sul Sex Work che si sarebbe dovuta tenere oggi al Feminism è stata annullata dall’organizzazione in seguito alle pressioni ricevute in questi giorni. In solidarietà con le autrici del libro non parteciperemo alla manifestazione domani e lunedì. Le intimidazioni e le scomuniche, da qualunque parte arrivino, non ci spaventano. Saremo sempre dalla parte delle sfruttate e degli sfruttati che non hanno voce”. E’ il comunicato diramato dalla casa editrice Ortica che ha deciso di ritirarsi dalla Fiera dell’editoria delle donne “Feminism 6”, in corso presso la Casa internazionale delle donne di Roma dopo l’annullamento della sezione “Sex work – Prostituzione” che si sarebbe dovuto svolgere alle 15: un dialogo tra le autrici di tre libri sull’argomento in cui era in programma anche il libro “Sex work is not work” di Baldini, Bindel, Trucco, Vecchiarelli e Vicinelli. (Ortica Editrice).

La motivazione dell’annullamento il ritiro all’ultimo minuto delle autrici degli altri due testi, a seguire di una moderatrice e poi di una seconda che pur considerando utile il dibattito ha considerato di ritirarsi comunque venendo meno il confronto come previsto inizialmente.

Il libro in questione, come si legge nella scheda di presentazione sul sito della casa editrice, prende una posizione netta sul fenomeno e denuncia come “la prostituzione è figlia della fame, dell’indifferenza, dell’egoismo, dell’ipocrisia piccolo borghese. Le donne ricche non scelgono di diventare prostitute. La richiesta di legalizzazione del sex work da parte di chi chiede a gran voce il diritto di scegliere sul proprio corpo alimenta inoltre le spinte di quanti vorrebbero la riapertura delle case chiuse (fabbriche del sesso, sul modello nordico) e con queste il controllo sulle donne che lì lavorerebbero (tributario e sanitario). A quanti sostengono che il lavoro sessuale è un lavoro come gli altri e che per questo necessita di norme e regole rispondiamo che la prostituzione è un crimine”. Una posizione scomoda, a quanto pare: “Le intimidazioni e le scomuniche, da qualunque parte arrivino, non ci spaventano. Saremo sempre dalla parte delle sfruttate e degli sfruttati che non hanno voce”, scrive ancora la casa editrice.

Sui social intanto arrivano i messaggi di solidarietà alle autrici e alla casa editrice. Giornaliste e attiviste scrivono: “Questa è una censura”