L’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi: il Roma-Fiumicino a Cirinnà, Montino e Fassino?
La sinistra italiana, ai suoi massimi livelli parlamentari, ha portato avanti un tentativo goffo ed inconcludente di bloccare la intitolazione dell’aeroporto Malpensa di Milano all’ex premier milanese nonché leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Per la cronaca, l’intitolazione formale dello scalo aeroportuale ha avuto luogo giovedì 11 luglio. È passata per la richiesta formale della Regione Lombardia e, solo dopo, per il ‘sì’ definitivo del Ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini. Tra l’altro, Malpensa era uno dei pochi aeroporti italiani privi di un nome ufficiale, quindi senza intitolazione.
L’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi
Il tentativo goffo di fermare la intitolazione dello scalo di Milano–Malpensa all’ex Cavaliere è passata prima attraverso i canali politici per così dire ‘classici‘: tv e giornali. Poi per i canali ‘popolari‘, ossia una serie di raccolte firme che hanno trovato, caso unico nella storia delle raccolte-firme d’Italia, molto spazio su tv ‘amiche‘, nazionali e locali.
Rosy Bindi, Sala e Fratoianni
Ad aprire le danze una delle fondatrici del Pd, Rosy Bindi, su La 7. Ha sostenuto che lei, come mezzo di trasporto, preferisce il treno. La parlamentare ha rincarato la dose aggiungendo che il Cavaliere è stato un personaggio divisivo e che, probabilmente, continuerà ad esserlo anche… dall’altro mondo. Silvio Berlusconi è del resto la prova (non più) vivente – questo il Rosy Bindi pensiero – di una Giustizia forte con i deboli e debole con i forti. Temi questi, secondo Rosy Bindi, che avrebbero quindi dovuto fermare l’intitolazione dell’aeroporto a favore del quattro-volte premier italiano.
Un filo della polemica politico-istituzionale rinfocolato anche da Giuseppe detto Beppe Sala, sindaco di Milano. Secondo Sala la intitolazione dell’aeroporto di Milano a Silvio Berlusconi: “È un problema di razionalità. Non c’è più rispetto delle forme e della correttezza dei rapporti istituzionali? L’intitolazione di un aeroporto non è una cosa che avviene così. Ma chi l’ha deciso? Il presidente di Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile)? Che va e che viene? Se questi sono i tempi barbari che stiamo vivendo, ce ne facciamo una ragione. Questo, poi, a prescindere dall’idea in se. E dal nome in questione (quello di Silvio Berlusconi, ndr). È pazzesco che una decisione del genere, in Italia, venga presa dal presidente di Enac. Questa è una cosa che io non riesco a comprendere. Come la politica sia finita in un modo di fare del genere”.
A tentare di difendere una posizione indifendibile, ossia fermare la richiesta di intitolazione di Regione Lombardia validata dal Ministero dei Trasporti, anche Nicola Fratoianni, deputato e segretario di Sinistra Italiana. Fratoianni ha portato in Europa Ilaria Salis, finita in carcere per 15 mesi in Ungheria, con l’accusa di tentato omicidio. L’attuale eurodeputata ha, tra l’altro, una fedina penale già macchiata anche in Italia, con 2 condanne definitive. Fratoianni, a margine dell’assemblea nazionale di Sinistra Italiana, ha sostenuto: “Vogliono davvero intitolare l’aeroporto di Malpensa a Berlusconi? Ci sarebbero cose più urgenti e importanti da fare, in questo paese. Dovrebbero occuparsi di lavoro e del problema del caporalato”. Il sempre-verde politico Fratoianni, sì, proprio lui, ha avuto il coraggio di criticare Berlusconi sul tema del lavoro. Berlusconi, l’mprenditore che ha creato, con le sue imprese, decine di migliaia di posti di lavori in varie regioni d’Italia e nazioni europee.
Bonelli e Schlein
Poi, per penultimo, è sceso in campo il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: “Stiamo facendo ridere il mondo intero con questa vicenda dell’aeroporto intitolato a Silvio Berlusconi“. Bonelli ha anche stuzzicato la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Perché la segretaria non parla? Come fa a convivere con un oltraggio così?” Le parole delle segretaria – passate per le pagine social del Pd di Milano – sono arrivate poco dopo: “Intitolare l’aeroporto di Milano Malpensa a Silvio Berlusconi è una scelta sbagliata a livello di democrazia istituzionale. Un cortocircuito“.
Roma Fiumicino a Cirinnà, Montino o Fassino?
Infine la vicenda dell’intitolazione è sfociata nella satira grazie al vignettista Osho. “Pure a questi – scrive il comico romano, che fa parlare Fassino – come j’è venuto in mente d’annà a intitolà ‘n aeroporto a Berlusconi?”. “E tu – gli risponde un ministro del Governo Meloni – fatte intitolà ‘n duty free no?”.
Ma, del resto, la crisi di nervi della sinistra italiana è più che comprensibile. Dopo il caso Fassino, a chi potrebbe mai, proprio il mondo progressista, titolare magari l’aeroporto di Roma-Fiumicino? Di sicuro non ai due ex notabili PD, Montino e Cirinnà, due vere bandiere ideologiche nazionali del partito democratico. Con i cani, però, divenuti un po’ troppo famosi per via dei soldi trovati sotterrati sotto la loro cuccia, a due passi dalle piste dello scalo romano. Meglio, per il mondo progressista, mantenere il nome ‘Leonardo Da Vinci‘, per l’aeroporto di Roma–Fiumicino, o no?!. E voi, cari lettori de il Nuovo 7 Colli, cosa ne pensate?