L’albanese, il principe e il calciatore: chi sono i 3 narcos a processo a Roma

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E’ iniziato oggi, ed e’ stato aggiornato a giugno dai giudici del tribunale di Roma, il processo nei confronti di Elvis Demce, narcotrafficante albanese, e Matteo Costacurta (soprannominato il Principe, perche’ di nobili origini), imputati con altri due per il tentato omicidio di Alessio Marzani, 45enne ferito a colpi di arma da fuoco il 22 ottobre 2020 ad Acilia.
Al dibattimento si e’ arrivati dopo che la procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato.

Il giudice ha respinto la richiesta di rito abbreviato condizionato avanzata da Costacurta e la richiesta di nullita’ del decreto che dispone il giudizio. Demce, legato in passato a Fabrizio Piscitelli, conosciuto come ‘Diabolik‘ – il leader degli Irriducibili della Lazio ucciso il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti, al Tuscolano -, era stato arrestato insieme a Costacurta e Alessandro Corvesi, 34enne con un passato da calciatore professionista, ex di Antonella Mosetti, lo scorso luglio dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Ostia per il ferimento di Marzani.

Per le indagini dei militari dell’Arma, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è stata fondamentale la decriptazione di alcune chat crittografate con sistema ‘Sky-Ecc‘ e contenute in un server in territorio francese.

La storia era finita sui quotidiani l’estate scorsa insieme agli arresti: i pm Francesco Cascini e Mario Palazzi avevano ricostruito l’origine dell’agguato, avvenuto il 22 ottobre 2020 ad Acilia, nei confronti di un piccolo pregiudicato per reati di stupefacenti, Alessio Marzani. Questi, colpito da quattro proiettili al braccio e al torace, era sfuggito al peggio per un soffio. Secondo l’inchiesta il mandante dell’agguato sarebbe stato Gallarello, gli organizzatori Alessandro Corvesi assieme al nuovo numero uno dello spaccio romano Elvis Demce e l’esecutore, o almeno uno dei due uomini che in scooter avevano affiancato Marzani, proprio il “principe” Costacurta.

Secondo il Corriere della Sera, «il vero movente erano le estorsioni ripetutamente messe in atto da Marzani, «manovale» della criminalità e addetto al recupero crediti per conto degli spacciatori ma divenuto pressante nei confronti di Gallarello al quale chiedeva soldi in cambio del proprio silenzio. Così su idea dell’albanese Demce si era pensato al «principe» per «silenziare» definitivamente Marzani in cambio di 20mila euro. La vittima viene individuata ad Acilia ma Marzani viene solo ferito, si rifugia in un condominio e da lì chiede aiuto».