“L’ambientalismo possibile”: la presentazione del libro di Bruscino e Postiglione

Martedì 5 marzo è in programma per “Ambiente e innovazione”, la presentazione del libro ‘L’ambientalismo possibile” di Angelo Bruscino e Alessio Postiglione, edito da Historica EdizioniGiubilei Regnani, e del dossier di Nazione Futura “Italia Green”, alla presenza della Viceministra dell’Ambiente, Vannia Gava, e dell’Assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre. Presso la sede di Confagricoltura sita in Corso Vittorio Emanuele II, 101, Roma (Ore 18).

L’incontro, ospitato da Confagricoltura, e patrocinato da Nazione Futura e Ferpi Lazio, vedrà la partecipazione anche di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura; Serena Bianchini, delegata regionale Ferpi Lazio; Matteo Leonardi, cofondatore Ecco, think tank dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico; Ciro Miale, autore del dossier, componente del think tank Nazione Futura; Lorenzo Castellani, professore aggiunto della Università Luiss-Guido Carli; Francesco Giubilei, editore e presidente di Nazione Futura. Chiuderanno il dibattito, moderato da Diana Daneluz (Ferpi), gli autori de “L’ambientalismo possibile” – già vincitori del Premio Milano International nel 2019 -, Angelo Bruscino, imprenditore e saggista, presidente di Confapi Campania e Confidi PMI Campania, e Alessio Postiglione, giornalista professionista e docente. Nel libro gli autori spiegano i rischi del depauperamento ambientale, l’economia circolare, i paradigmi energetici e le variabili geopolitiche, ci raccontano le sfide della transizione energetica, analizzando nel dettaglio le politiche pubbliche che si stanno realizzando per favorire la decarbonizzazione. La transizione energetica è infatti centrale per il futuro del pianeta. Una nuova alleanza fra economia ed ecologia è possibile, per tenere insieme sviluppo e sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

“Per salvare l’ambiente da un’economia antiambientale, ma anche per preservare l’economia da un ambientalismo antieconomico”. Gli autori cercano di fare luce sulle trasformazioni sociali in atto, ammonendo circa i rischi di un ambientalismo ideologico, radicale e anti industriale, che si fa strada in Occidente. Un ambientalismo delle “Ztl”, da “decrescita felice”, che, lungi dal proteggere l’ambiente, rischia solo di indebolire l’Occidente e renderlo subalterno a quei Paesi che inquinano e utilizzano le terre rare, necessarie alla transizione energetica, come armi di una guerra non convenzionale. Per vincere le sfide della geopolitica, invece, serve un ambientalismo pragmatico e possibile, a sostegno dell’economia, e che non si proponga come freno allo sviluppo.