Latina sempre più laboratorio di criminalità organizzata: ecco la mappa dei clan
Latina sempre più laboratorio di criminalità organizzata. A confermarlo è la Direzione Investigativa Antimafia nella sua ultima relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla DIA nel 1° semestre 2023 che sottolinea come, tra i gruppi criminali della provincia, si evidenziano sempre di più organizzazioni assimilabili al modus operandi di associazioni mafiose. Qui le organizzazioni criminali hanno connotato nel tempo questo territorio assimilandolo per caratteristiche, seppur in scala minore, a quello della Capitale. Fra le varie attività illecite spiccano lo spaccio di stupefacenti, la detenzione abusiva di armi, i reati ambientali, il riciclaggio, l’usura e le estorsioni.
Clan Di Silvio egemone a Latina e basso Lazio
Una compagine autoctona particolarmente attiva nel territorio di Latina e del basso Lazio è quella dei Di Silvio, la cui egemonia in quell’area è non dirado attuata mediante opportunistiche forme di collaborazione sia “con soggetti riconducibili alle tradizionali consorterie mafiose, che hanno rivolto nel tempo particolare attenzione a queste zone, sia con organizzazioni multietniche”. ‘Emulando il modus operandi delle associazioni mafiose tradizionali – si legge nel rapporto – i Di Silvio hanno da anni acquisito una spiccata autonomia nella gestione delle attività illecite, ed il rapporto con le proiezioni extraregionali delle organizzazioni più strutturate si fonda ormai su un piano pressoché paritario e di reciproco riconoscimento’.
Clan Di Silvio associazione di stampo mafioso
Risulta, infatti, quanto mai significativa la sentenza emessa dal Tribunale di Roma il 19 luglio 2019, che ha definito il clan Di Silvio quale “associazione di stampo mafioso” di nuova formazione, territorialmente insediata a Latina, di dimensioni per lo più familiari, la cui forza di intimidazione deriva dalla fama criminale raggiunta dal clan nel sud del Lazio, ancorché si manifesti incessantemente con le tradizionali forme di violenza e minaccia, così assoggettando la popolazione locale alle regole prevaricatrici della cosca.
Note famiglie di origine rom che hanno nel tempo affermato il loro prestigio criminale
Nella relazione della DIA si evidenzia che nella provincia esiste un clan strutturato su base territoriale (Campo Boario in Latina), protagonista del più ampio “contesto criminale che hanno nel tempo affermato il loro prestigio criminale nei settori dell’usura, dell’estorsione, della detenzione di armi e del traffico di stupefacenti nel territorio di Latina”.
Dai Ciarelli ai Travali
Tra le formazioni criminali autoctone emergono i Ciarelli e i Travali, ma anche altre che, sebbene non abbiano ancora trovato conferma in sentenze definitive sotto il profilo della qualificazione giuridica di associazioni mafiose, sono tuttavia in grado di esercitare una forza intimidatrice assimilabile a quella delle consorterie maggiormente strutturate.
Operazioni “Alba Pontina” e “Alba Pontina 2”
Il forte impatto della criminalità organizzata sul contesto socio-economico della provincia di Latina era chiaramente emerso già all’esito delle operazioni “Alba Pontina” e “Alba Pontina 2”, che contestando l’aggravante del metodo mafioso,avrebbero ricostruito le svariate attività illecite poste in essere con metodi intimidatori dal gruppo Di Silvio-Travali.
Operazione “Scarface“
Infine, il 25 gennaio 2023 il Tribunale di Roma ha inflitto condanne per complessivi 160 anni di reclusione a carico di 19 imputati che avevano optato per il rito abbreviato, riconoscendo nuovamente per il clan Di Silvio la sussistenza dei requisiti tipici dell’associazione mafiosa. Il processo era scaturito da un’altra articolataattività di polizia giudiziaria coordinata dalla locale DDA e conclusa dalla Polizia di Stato nell’ottobre 2021, denominata “Scarface”, che aveva consentito di trarre in arresto 33 soggetti,
partecipi o contigui al clan DI SILVIO. Anche in questo caso è stata acclarata l’esistenza di un’organizzazione su base familiare, radicata a Latina e operante su una vasta area del territorio pontino, che aveva imposto condizioni di assoggettamento e omertà quali dirette conseguenze della forte intimidazione derivante dal vincolo associativo.
Operazione “Dark Side”
Nell’ottobre 2022, invece, nel settore dei rifiuti, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento
di sequestro finalizzato alla confisca emesso dal Tribunale di Roma, per un valore complessivo di 10 milioni di euro, a carico di imprenditori attivi nel settore immobiliare e in quello della gestione dei rifiuti, coinvolti nell’operazione “Dark Side”, anch’essa condotta dalla Polizia di Stato, che aveva documentato le condotte illecite poste in essere da un sodalizio dedito all’illecito smaltimento deirifiuti,responsabile di numerosi sversamenti abusivi anche di sostanze tossiche, nell’area tra Latina e Aprilia. Fra i principali reati contestati figurano il traffico illecito continuato di rifiuti, la realizzazione di una discarica non autorizzata in una zona di Aprilia, la gestione di rifiuti non autorizzata e l’inquinamento ambientale.
Nel basso Lazio organizzazioni criminali di matrice campana
L’area di Gaeta, Formia, Minturno, e in genere tutto il basso litorale laziale, risente della presenza delle organizzazioni criminali di matrice campana, e in particolare dei Bardellino e dei Casalesi
Anche le complesse operazioni di riciclaggio poste in essere dal clan Moccia hanno talvolta coinvolto e sfruttato aziende operanti nel capoluogo pontino, mentre gli interessi in quest’area dei Mallardo e Di Lauro hanno privilegiato il settore degli investimenti immobiliari.
Dal Clan Gagliardi-Fragnoli ai D’Alterio e Bardellino
Nel basso Lazio anche il Clan Gagliardi-Fragnoli, originario della confinante Mondragone, già in passato avrebbe esteso la propria influenza alle limitrofe zone, come anche il gruppo D’Alterio, contiguo a contesti criminali sia di matrice campana che autoctoni, noto per i reiterati tentativi di interferenza nella gestione del mercato ortofrutticolo di Fondi, considerato fra i centri agroalimentari più grandi d’Europa. Il 9 marzo 2023 la Polizia di Stato di Cassino ha tratto in arresto per estorsione due soggetti, originari della provincia di Napoli e residenti nei Comuni del basso Lazio, i quali avrebbero esercitato continue pressioni e illegittime pretese in danno di un imprenditore facendo ricorso a messaggi fortemente intimidatori, vantando asseriti legami con il clan Bardellino, conosciuto in quel contesto locale dalle cronache giudiziarie anche per gli interessi illeciti su quel territorio e in particolare per
l’influenza esercitata nelle zone di Formia e Gaeta.
Le ‘ndrine Alvaro e Carzo
Con riferimento ai sodalizi di matrice ‘ndranghetista, le note inchieste “Propaggine” e “Tritone” hanno confermato gli interessi in quest’area delle ‘ndrine Alvaro e Carzo, come documentato dalla presenza nell’hinterland di Latina ed Aprilia di due soggetti, entrambi originari della provincia reggina, colpiti da provvedimento restrittivo. Si registrerebbero, inoltre, gli interessi delle cosche Tripodo-Romeo, La Rosa, Bellocco e Commisso, le quali sono alla continua ricerca di strategiche forme di collaborazione con gruppi criminali autoctoni