Candida Boldrini, ammette che lo ius soli serve al voto straniero
Le chiamano norme sulla cittadinanza, in realtà vogliono il diritto di voto esteso agli stranieri. Il gioco era già abbastanza evidente ma in commissione alla Camera lo ha svelato, con il suo candore, la solita Laura Boldrini.
In prima commissione – quella affari costituzionali – si sta discutendo sulle “norme per la cittadinanza”. È lo ius soli in svariate forme, un cavallo di battaglia della sinistra. Anche se le firma persino Renata Polverini, ma si sapeva da tempo.
Con lo ius soli la Boldrini sogna il voto per lo straniero
La Lega non ci sta e proprio in commissione si registrano interventi a raffica dei suoi deputati sugli emendamenti. Norme calate così non sono accettabili. Poi, si registra l’intervento illuminante della Boldrini: per lei è certo ormai che “e la cittadinanza non possa più essere percepita, secondo un’accezione arcaica, come una concessione”. Ma “come un diritto da riconoscere in presenza di determinati requisiti, nella prospettiva di una maggiore coesione sociale nell’ambito della comunità”.
E spiega il freddo bollettino della Camera che ne riassume il pensiero: è in gioco “l’applicazione di un principio antico nei secoli e consolidato, al quale si riconnette – per la Boldrini – il riconoscimento di prerogative rilevanti, come il diritto di voto, cardine della rappresentanza e del funzionamento della stessa comunità”.
E il governo che aspetta a prendere le distanze?
Tana per la Boldrini, alla fine si arriva lì, come da tempo denuncia il Centrodestra. La sinistra li vuole far votare con lo Ius soli, il consenso degli italiani è sparito. Furbi, no?
Per fortuna la Lega e Fdi non stanno fermi e si sono accorti del gioco a cui punta uno schieramento che non sa più come fare per catturare voti degli elettori. Con una legge per gli stranieri, la sinistra pensa di conquistarne il consenso.
E il governo? Per ora finge di rimettersi alla volontà del Parlamento, ma farebbe invece bene a prendere le distanze da questa roba. Perché Draghi non è stato chiamato a governare per assistere ai giochini del Pd. Anche basta.