Lavoratori irregolari e in nero in uno stabilimento balneare del litorale: alcuni percepivano anche il reddito di cittadinanza

I finanzieri della dipendente Compagnia della Guardia di Finanza di Tarquinia hanno di recente concluso una attività di verifica fiscale eseguita nei confronti di una società esercente l’attività di gestione di uno stabilimento balneare del lido di Tarquinia, che ha permesso di rilevare, per gli anni dal 2020 al 2023, l’omessa dichiarazione di ricavi per oltre un milione di euro, nonché l’utilizzo di n. 47 lavoratori, di cui 13 subordinati in nero e 34 irregolari poiché illecitamente somministrati attraverso l’utilizzo di pseudo appalti di servizi.

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Somministrazione illecita di manodopera nello stabilimento

Le fiamme gialle hanno accertato l’insidioso fenomeno della somministrazione illecita di manodopera che taluni soggetti economici avevano posto in essere a favore della committente attraverso servizi terziarizzati finti ovvero privi degli elementi che caratterizzano la liceità dell’appalto, e cioè il rischio d’impresa e l’organizzazione autonoma di mezzi e risorse. Pertanto, il rappresentante legale della società, che nel tempo ha gestito diversi stabilimenti balneari lungo il litorale laziale, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Roma in relazione alle ipotesi di reato di cui agli artt. 2 e 5 del D.Lgs 74/2000 per la dichiarazione fraudolenta attraverso l’utilizzo di fatture false e per le omesse dichiarazioni per gli anni in cui la società è risultata essere evasore totale.

Sanzioni per 117mila euro

Nei confronti delle 2 società risultate prive di struttura economica e operanti in spregio degli obblighi di versamento delle ritenute fiscali e contributi previdenziali, che hanno fornito illecitamente il personale solo formalmente assunto, ma utilizzato alle dirette dipendenze della verificata per i servizi di assistenza bagnanti, bar e ristorazione, sono state comminate sanzioni per € 117.280,00, mentre per i lavoratori risultati essere completamente in nero, è stata inflitta al soggetto verificato la c.d. “maxisanzione” per € 28.800,00, segnalando i trasgressori alle competenti Direzioni Provinciali dell’INPS.

Alcuni lavoratori ricevevano il reddito di cittadinanza

Inoltre, all’esito delle attività ispettive, è stato accertato che 3 dei lavoratori illecitamente somministrati hanno omesso di comunicare l’avvio dell’attività lavorativa al citato Istituto, che non ha potuto procedere a rimodulare ovvero revocare in taluni casi, l’importo mensile del reddito di cittadinanza erogato a favore dei rispettivi nuclei familiari. I richiedenti il beneficio, quindi, sono stati segnalati alle Autorità Giudiziari competenti per l’indebita percezione.

L’attività è il risultato del costante presidio offerto dal Corpo a contrasto dell’evasione fiscale e del sommerso da lavoro, non soltanto al fine di pervenire al recupero di imposte evase fondamentali per garantire i servizi dello Stato verso la collettività, ma anche per contrastare le più insidiose forme di concorrenza sleale che possono minare il tessuto economico sano locale.