Le mascherine tricolori non le fermate comunque (video)
Le mascherine tricolori non piacciono al governo Conte. E adesso gli assembramenti sono organizzati dalla questura. Pure se stai a distanza come recitano le norme imposte da Conte, ti aspettano alla fine di un’iniziativa per identificarti e chissà che altro. Ma anche basta.
Stamattina, per il terzo sabato consecutivo, le mascherine tricolori avevano dato pubblicamente appuntamento a commercianti, ristoratori, partite iva e lavoratori dipendenti in Piazza del Popolo a Roma.
Mascherine tricolori che danno fastidio…
La protesta, come già avvenuto nelle settimane scorse era pacifica e i manifestanti, nonostante l’alta partecipazione, si tenevano a distanza di sicurezza così come previsto dalle norme anti covid 19.
Mentre si dirigevamo verso le automobili e le fermate metro più vicine, denunciando di essere stati “chiusi ad imbuto da due ingenti schieramenti di polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa che hanno creato di fatto un assembramento”.
Qui la foto che lo testimonia.
“Questa è una prevaricazione bella e buona – dichiara uno dei manifestanti -. La nostra libertà è messa a repentaglio anche da chi dovrebbe tutelare la legalità.
Stufi di un governo che parla e basta
È assurdo che, nel 2020, lo Stato vada avanti a colpi di dpcm e repressione del dissenso. Indossiamo le mascherine tricolori come simbolo di lotta per la libertà: siamo stufi di un governo che parla solamente, ma non ha ancora erogato la liquidità necessaria per far partire le attività. Non possiamo più tutelare chi lede ogni giorno i diritti e le libertà costituzionalmente garantiti. Le forze dell’ordine ci hanno chiuso la strada bloccando entrambi i lati con militari in assetto anti-sommossa, chiedendo i documenti ai partecipanti e minacciando sanzioni e pene esemplari. Più che l’Italia sembra la Cina”.