Le statue parlanti di Roma: storie e misteri sussurrati dalla pietra
Le statue parlanti di Roma sono ben più che semplici sculture di pietra: sono vere e proprie icone di ribellione e ironia. Nel cuore della Capitale, tra piazze e vicoli, si nascondono sei figure che per secoli hanno dato voce al popolo, denunciando i potenti e sussurrando pensieri altrimenti inconfessabili.
Pasquino, Abate Luigi, Madama Lucrezia e Marforio, insieme al Babuino e al Facchino, sono i protagonisti di una tradizione che ha attraversato i secoli, trasformando la satira in arte. Ma cosa rende queste statue così speciali? E come sono diventate simboli di libertà d’espressione?
Queste sculture, cui si sono aggiunte nel tempo anche quelle della fontana del Babuino e della fontana del Facchino, appartengono a varie epoche e sono state ribattezzate come “Congresso degli arguti” per la loro fama di veicoli di satira.
Il Pasquino e l’Abate Luigi: voce della satira romana
Il Pasquino, forse la più famosa tra le statue parlanti, è un torso marmoreo della prima età ellenistica che rappresenta Menelao con il corpo di Patroclo. Fin dal XIV secolo, su di esso sono stati affissi versi satirici e critiche anonime, in particolare rivolte alle figure di potere della Roma rinascimentale.
Altrettanto celebre è l’Abate Luigi, una statua di epoca tardo-romana che raffigura un togato. Quest’ultima, il cui nome deriva da un abate la cui fisionomia si diceva fosse somigliante a quella della statua, ha partecipato alla tradizione satirica della città.
Madama Lucrezia e Marforio: antichi simboli di dissenso
Il busto di Madama Lucrezia viene ritenuto forse un ritratto di Faustina, proveniente dal Tempio di Iside. Si trova fin dal XV secolo nei pressi del Palazzo di San Marco.
Anche Marforio, una statua del I secolo, ha giocato un ruolo nella tradizione delle statue parlanti. Collocato fino al 1588 di fronte alla chiesa dei Ss. Luca e Martina, era un altro strumento di espressione popolare.
Il Babuino e il Facchino: le statue parlanti integrate nelle fontane romane
Completano il gruppo delle statue parlanti anche quelle del Babuino e del Facchino. Il Babuino, parte di una fontana semipubblica, deve il suo soprannome alla somiglianza con una scimmia, mentre il Facchino è stato identificato come il portavoce della plebe.
Quest’ultimo, secondo la tradizione, rappresentava le lamentele del popolo comune, in contrasto con il Pasquino, rivolto ai nobili, e Marforio, che simboleggiava i cittadini.