L’ecomostro di Roma sud non diverrà un Ospedale di Comunità: la Regione nega i fondi pubblici

Roma sud, lo scheletro di Tor Marancia, foto del Municipio

Roma, un altro capitolo si aggiunge alla travagliata storia dello scheletro di cemento di Tor Marancia, tristemente noto come l’ecomostro di Roma sud. Costruito nel 1993 e abbandonato poco dopo, l’edificio doveva essere trasformato in una Casa di Comunità e un Ospedale di Comunità grazie a un finanziamento di sette milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Tuttavia, la Regione Lazio ha deciso di destinare altrove questi fondi, lasciando l’ecomostro nel degrado in cui versa da decenni.

Roma, l’ecomostro non diverrà un Ospedale di Comunità

Il progetto iniziale prevedeva la riqualificazione dell’area di via Cerbara, dove sorge il complesso abbandonato di proprietà dell’Istituto San Michele. La struttura avrebbe dovuto ospitare servizi sanitari di prossimità, un obiettivo atteso da anni dai cittadini del quartiere e dal Municipio VIII. Ma la decisione della Asl Roma 2 ha cambiato il destino del progetto: i servizi previsti saranno invece realizzati in altre strutture esistenti.

Secondo la Asl Roma 2, la nuova rimodulazione garantirà comunque i servizi ai cittadini. L’Ospedale di Comunità verrà ospitato presso il presidio ospedaliero Andrea Alesini, in via San Nemesio, mentre la Casa di Comunità sorgerà all’interno della Palazzina Liuzzi, situata nello stesso complesso dell’Istituto San Michele. La conclusione dei lavori è prevista per agosto, ma questo non cambia il destino dell’ecomostro, destinato a restare un simbolo del degrado urbano.

Dopo quasi 40 anni, si ferma l’esito positivo

La storia dell’ecomostro risale al 1988, quando venne concepito un progetto per una residenza sanitaria assistenziale destinata ad anziani disabili, con una capacità di appena trentadue posti. I lavori iniziarono nel 1993 grazie a un finanziamento regionale di circa due miliardi di lire, ma nel 1998 tutto si fermò a causa di un contenzioso con la ditta edile incaricata. Da allora, l’edificio è rimasto incompiuto, un gigante di cemento inutilizzato e visibilmente deteriorato.

L’opportunità offerta dai fondi del Pnrr sembrava una svolta decisiva, capace di mettere fine a decenni di abbandono e polemiche. La riqualificazione era stata annunciata come certa, tanto da essere inserita negli atti regionali. Tuttavia, la decisione di spostare i fondi lascia il territorio senza risposte chiare sul futuro dell’area. Il minisindaco del Municipio VIII ha espresso preoccupazione per il mancato utilizzo dell’ecomostro e per la mancanza di trasparenza nelle decisioni regionali.

Tor Marancia, lo scheletro resta senza futuro

Questa scelta non è solo un problema urbanistico, ma rappresenta una ferita aperta per i cittadini di Tor Marancia. Il quartiere aveva sperato in una riqualificazione che avrebbe portato nuovi servizi sanitari e migliorato la qualità della vita. Invece, l’ecomostro continua a inquinare il paesaggio, simbolo tangibile di promesse disattese e di inefficienza amministrativa.

Per ora, l’unica certezza è che l’ecomostro rimarrà al suo posto, immutato e ingombrante, mentre il quartiere attende risposte. Il futuro della struttura resta avvolto nell’incertezza, un monito silenzioso di quanto il territorio di Roma sud abbia bisogno di una pianificazione urbana più attenta e rispettosa delle esigenze dei cittadini.