Lega, senza tamponi e mascherine Zingaretti manda al massacro i medici di base
la richiesta arriva dal gruppo della Lega di Matteo Salvini al Consiglio regionale del Lazio, e vede per prima la firma del capogruppo Angelo Tripodi. E a seguire quella dei consiglieri Daniele Giannini, Laura Corrotti, Pasquale Ciacciarelli e Laura Cartaginese. Si tratta di una interrogazione urgente diretta al presidente della Regione Nicola Zingaretti a all’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Che raccoglie il grido di allarme del Sindacato Medici italiani. Perchè sembra che le reiterate sollecitazioni dei medici di famiglia siano rimaste pressochè inascoltate. I dottori chiedono di avere libero accesso al tampone, per consentire di sottoporre al test il numero più elevato di assistiti possibile. Sarebbe un grande passo avanti nella lotta contro il coronavirus, perchè sono ancora tantissimi gi asintomatici in giro. Che loro malgrado diventano un formidabile veicolo di diffusione del contagio. E probabilmente uno dei principali motivi per cui la curva dell’epidemia sembra così lenta a scendere. Ma il tampone per tutti nella Regione Lazio è ancora un sogno proibito. Perchè la scelta è stata opposta, cioè di sottoporre al test solo i pazienti sintomatici già presi in carico. Così i numeri dei contagiati diventano poco attendibili e la prevenzione va a farsi benedire. Nonostante la prigionia forzata in casa. Ecco perchè i medici di base si sono mossi, e la Lega ha raccolto l’appello.
Lega, il capogruppo alla Pisana Tripodi chiede tamponi per tutti e protezioni per i medici di base
Il Sindacato Medici Italiani racchiude circa 5 mila medici di base del Lazio e ha lanciato un serio allarme. Ripreso dalla Lega di Salvini con una interrogazione urgente, presentata dal capogruppo regionale Angelo Tripodi e firmata da tutto il gruppo del Carroccio alla Regione. Vogliamo sapere se corrisponda al vero l’impossibilità per i medici di base di aver accesso ai tamponi per la diagnosi Covid, chiedono i consiglieri leghisti al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato. Perchè le reiterate richieste da parte dei medici di famiglia di portare all’attenzione dell’ufficio profilassi molti casi sospetti di Covid sono rimaste inascoltate. Ogni medico di famiglia del Lazio, proseguono i consiglieri, ha fatto mediamente dalle 7 alle 10 segnalazioni. Ma secondo il sindacato che li rappresenta, ne sarebbero state prese in carico appena il 15 per cento. Per non parlare della carenza dei dispositivi di protezione, tanto che stando alla denuncia i medici di famiglia si recano spesso a mani nude a casa dei pazienti. Zingaretti e D’Amato ci dicano se intendono intervenire, concludono i consiglieri regionali della Lega. O se preferiscono tacere anche di fronte al grido di allarme dei camici bianchi.
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