Legione è il suo nome: morta Maria Grazia Bottai, biografa del padre Giuseppe

La giornalista e scrittrice Maria Grazia Bottai, secondogenita di Giuseppe Bottai (1895-1959) -ministro delle Corporazioni e ministro dell’Educazione Nazionale durante il regine fascista – è morta a Roma all’età di 97 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla famiglia ad esequie avvenute. Maria Grazia, detta Mizzi, nata nel 1926 a Roma, ha dedicato la sua vita professionale al giornalismo. Negli anni Cinquanta e Sessanta è stata redattrice del settimanale “Epoca” e collaboratrice di quotidiani come “Il Tempo” e “Il Giornale d’Italia”. In seguito oltre a proseguire l’attività giornalistica, ha lavorato come traduttrice di libri di Honoré de Balzac, di Alain Fournier, di Barbey D’Aurevilly.
Maria Grazia Bottai fu scrittrice, poetessa, giornalista, traduttrice
Autrice anche di un diario al femminile in parte pubblicato da riviste come “Il Caffè” di Giambattista Vicari e “Galleria” di Salvatore Sciascia, per questi e per altri periodici letterari ha inoltre firmato, a partire dagli anni Cinquanta, prose, versi e recensioni. Nel 1998 ha pubblicato il romanzo “L’Albero di Miela” (Iuculano) e come poetessa ha dato alle stampe “Le parole sono stelle” (Edizioni Male, 2019). Nel 2015 ha pubblicato da Mursia il libro intitolato “Giuseppe Bottai, mio padre. Una biografia privata e politica”. Uno dei più controversi protagonisti del Ventennio, raccontato incrociando ricordi privati a ricerche d’archivio e documenti storici, tracciando un ritratto inedito del padre e dell’ambiente in cui visse.

Una accurata biografia inedita di Giuseppe Bottai
Dagli anni del Futurismo all’esperienza della rivista “Critica fascista”, passando attraverso il ministero delle Corporazioni e quello dell’Educazione Nazionale, le guerre, la notte del Gran Consiglio. E poi l’arresto, la fuga e l’arruolamento nella Legione Straniera, il processo e infine il ritorno in patria. La figlia di Bottai ripercorre la vita del padre restituendone un ritratto privato a tutto tondo e approfondendone via via il ruolo svolto per convincere Mussolini a superare la dittatura e a rompere l’alleanza con Hitler. Sullo sfondo una galleria di personaggi storici che frequentavano casa Bottai, da Filippo Tommaso Marinetti a Curzio Malaparte, da Luigi Federzoni a Margherita Sarfatti, colti in momenti non ufficiali.