Leo: domenica si vota per abbassare le tasse

Leo con Chiocci fb

Maurizio Leo non molla la presa in vista del voto di domenica prossima nel collegio  Camera Roma 1. Ai cittadini del centro storico, di Prati, Balduina, Trionfale e Flaminio, il candidato del Centrodestra si presenta con idee chiare per la sfida al rivale, il ministro delle tasse di Conte.

“Il ministro Gualtieri è un rispettabilissimo professore di storia contemporanea che ha centrato tutti i suoi interventi su un carico fiscale maggiore, rispetto ai precedenti anni”: lo ha detto in un’intervista all’agenzia AdnKronos (nella foto con il direttore Gianmarco Chiocci).

Aumentano solo le tasse

“La ricetta del ministro è quella di rivedere la curva delle aliquote Irpef in modo progressivo, di rimodulare l’Iva”. Ma Leo la pensa “in modo diverso, per me bisogna abbassare il carico fiscale, trovando delle soluzioni di copertura che si possono cercare, favorendo sia le imprese che i lavoratori, i pensionati e i dipendenti, che avranno solo 20 euro in più da luglio, e non potranno di certo rilanciare l’economia”.

Argomento spinoso, la bandiera dei Cinquestelle. “Il Reddito di cittadinanza? Sicuramente si deve lavorare per rimodularlo, bisogna dare benefici ai poveri, ma non ha senso un intervento generalizzato che costa miliardi. Evitiamo – aggiunge – di dare soldi a pioggia, che poi magari finiscono a chi è proprietario di Ferrari”

Poi Leo spiega: “Nella legge di bilancio e negli atti già in essere con l’agenzia fiscale, il fisco dovrà recuperare 14 miliardi in modo strutturale, più 3,2 mld da legge di bilancio, parliamo quindi un carico di 17,2 miliardi, cioè una cosa irrealizzabile”.

Leo: “Sostenere le imprese”

“Nel 2017 il fisco recuperò 20 miliardi, ma c’erano
provvedimenti straordinari, come la voluntary disclosure, quindi la lotta all’evasione con quei risultati non potrà arrivare”.

“Dobbiamo approvare, innanzi tutto, misure a sostegno delle imprese, attraverso la sospensione dei mutui e delle imposte, magari studiando, con la Ue, una uscita di questa parte dal rapporto deficit/Pil, cioè, tutti gli incentivi che vengono dati alle Imprese dovrebbero restare fuori dal meccanismo del deficit”.

Quando? “Dobbiamo intervenire in tempi rapidissimi, altrimenti il problema sarà serissimo per le imprese. Avremo ricadute pesantissime, nel turismo, nell’alberghiero, nel mondo del fashion e della moda. Effetti ci sono anche sul versante dell’offerta: nel momento in cui la produzione cinese non c’è più, la ricaduta arriva anche da noi. Le imprese del Veneto, ad esempio, non hanno la componentistica che serve, ci sono macchinari e aziende già ora completamente ferme”.

Poi Roma. “Vedo quotidianamente il degrado della
città, ci sono tre gravi problemi: decoro urbano, visto che c’è anche in centro l’immondizia buttata in terra, sicurezza, visto che la città è un far west, e infine l’abusivismo commerciale”. La “città dove sono nato e lavoro è in grande difficoltà”. “Non è pensabile – dice riferendosi ai commercianti e agli esercenti capitolini – che cittadini debbano pagare tasse per la locazione, mentre altri vendono merci sulle lenzuola, creando una concorrenza sleale”.