Leonardo Lamma, i testimoni in Procura confermano il dosso assassino

«Ho visto la moto passare sul dosso, traballare e cadere. Il ragazzo ha provato a tenerla in equilibrio, ma non ce l’ha fatta». È il racconto fatto da tre testimoni oculari che il 7 aprile scorso hanno assistito al momento drammatico in cui Leonardo Lamma, 19 anni, ha perso il controllo del suo enduro. Finendo per sbattere con la testa sullo spartitraffico di corso Francia. Testimonianze raccolte dai difensori della famiglia Lamma, gli avvocati Antonio De Fazi e Massimiliano Capuzi. Prove che imprimono una svolta forse decisi a all’inchiesta sull’incidente. Perché adesso dovranno essere valutate da Antonio Moroni, il consulente nominato dal pm Attilio Pisani per ricostruire la dinamica della tragedia.

Leonardo Lamma, ora sulla morte del giovane centauro a Corso Francia indaga la Procura

I lavori fatti male al centro dell’indagine sulla morte di Leonardo

Al centro dell’indagine per omicidio stradale – per ora senza indagati – c’è la chiusura di una voragine che si era aperta a corso Francia. Dopo la rottura di una tubatura. Dalla Procura trapela che la riparazione provvisoria fatta da Acea è stata «orribile». Tuttavia gli investigatori sono ancora assai prudenti nell’attribuire le cause della caduta alla presenza del dosso. Fondamentale per stabilire le responsabilità sarà la consulenza di Moroni, la cui consegna è attesa per la metà di giugno. Nel dossier depositato in Procura dagli avvocati della famiglia ci sono anche due testimoni. Che nei giorni precedenti all’incidente, riferiscono di aver rischiato di cadere con la moto dopo essere passati sul dosso. Voci che si aggiungono alle tre testimonianze raccolte nella immediatezza dell’incidente. E che certamente saranno valutate con la massima attenzione dagli inquirenti. Per arrivare alla verità su un caso che ha lasciato tutti sconvolti e senza parole.