L’Esquilino compie 150 anni: il Comune festeggia, i residenti mostrano il degrado. “Ecco l’inclusione” (FOTO)
Due giornate di iniziative culturali, musicali e cinematografiche. L’Esquilino compie 150 anni e il Comune di Roma vuole festeggiare uno dei quartieri più storici ed emblematici della Capitale. Ecco quindi che l’amministrazione capitolina, così come avvenuto per i 100 anni della Garbatella, nel 2020, ha deciso che questa data va celebrata con eventi, musica, film, tricche tracche e bombe a mano.
Già. Perché l’iniziativa, in sé stessa, sarebbe sicuramente lodevole. Se solo fosse stata anticipata da mesi di pulizia del quartiere.
La realtà dell’Esquilino: degrado in ogni angolo
Ma quello che appare, a 5 giorni dalla festa, è un quartiere allo sbando. Con residenti che da anni chiedono aiuto e restano inascoltati. O, peggio, beffati. Perché qualcuno, qui, in campagna elettorale c’è venuto, a promettere che le cose sarebbero cambiate. Che non si sarebbero più visti accampamenti a ogni angolo, con gente che urina e defeca in strada e nei giardini pubblici, persino nel parco giochi, dove i bambini non possono più andare, perché pieno di escrementi e di liquidi organici sui giochi. Oltre che di rifiuti.
Mentre le panchine, sempre del parco giochi dei bimbi, sono tutte occupate da sbandati, che riposano dopo aver magari fatto l’ennesima rapina. O rissa. O aver spacciato una dose. Poi c’è chi si lava nelle fontane, dopo aver fatto i propri bisogni e chi gira nudo in strada.
Le roccaforti pericolose
Colle Oppio è diventata una sorta di “roccaforte” dove non si piò girare dopo una certa ora. Ma anche a Piazza Vittorio, così come in tante altre strade dell’Esquilino, è pericoloso addentrarsi dopo il tramonto. Oppure – anche di giorno – soffermarsi a guardare più del necessario i gruppi di persone che fanno abitualmente il mercatino di merce rubata sui marciapiedi di via Ricasoli e via Principe Amedeo.
Ogni tanto qualcuno viene arrestato. Ma poi ritorna, spesso già solo poche ore dopo. Il “divieto di dimora” è carta straccia e qui gli indesiderati sono i residenti, che devono avere paura a tornare a casa. O a parcheggiare le auto, che spesso trovano graffiate o senza ruote. E allora, se non hanno un loro garage, sono costretti a pagare un posto auto al chiuso, per proteggere almeno la macchina.
Chi scappa e chi resta
In questi anni il quartiere ha subito tante trasformazioni. Ma di certo è peggiorato. E tanti si sono arresi, trasferendosi in altre zone o addirittura in altre città. Poi c’è invece chi resiste e continua a lottare per il proprio quartiere. “Io qui ci sono nata. Ho provato a lasciarlo per un periodo per andare all’Eur – dice Patrizia – ma poi sono tornata, perché il richiamo delle mie radici è troppo forte. Mi salvo solo perché abito vicino al ristorante cinese. E loro hanno la vigilanza privata e le telecamere. Così posso rientrare a casa senza essere aggredita. Ma non tutti sono fortunati come me”. No, non tutti sono fortunati. Lo raccontano i fatti di cronaca.
Il Campidoglio: Esquilino luogo di socializzazione e inclusione sociale
E fa quindi sorridere, per non dire altro, il fatto che l’assessore Svetlana Celli definisca l’Esquilino “Quartiere multietnico e multiculturale, simbolo di integrazione e inclusione”. E che il consigliere capitolino Dem Mariano Angelucci, presidente della commissione Turismo, Moda e Relazioni internazionali dichiari che “In questi mesi come amministrazione abbiamo dedicato una cura particolare alle esigenze del quartiere e del Municipio“.
Cura particolare? Riguardo l’integrazione, forse questa non vogliono averla coloro che non rispettano le regole e continuano a distruggere e il quartiere… Quindi va bene la festa, ma il sentore è che, lunedì 9 settembre, a riflettori spenti, sarà ancora una volta “gabbato lo santo”.