Libertà di stampa e querele: tre denunce da Astral in pochi giorni

Libertà di stampa

La libertà di stampa in Italia, si sa, è messa male. Lo scorso anno, come certificato dal rapporto 2024 sulla libertà di stampa di Reporter sans frontier siamo passati, nella classifica mondiale, da un già non onorevole 41° posto a un peggior 46° posto. Tra i tanti motivi per cui nel “bel Paese” non si scrive liberamente ci sono anche le querele.

A volte anche meritate, a volte paventate, a volte fatte solo per cercare di spaventare e mettere il bavaglio. Altre per provare a spillare soldi a lavoratori che di soldi in realtà ne guadagnano ben pochi ed editori che spesso fanno fatica a far quadrare i conti.

Le denunce per diffamazione a mezzo stampa, si sa, sono sempre fastidi. Occorre prendere un avvocato. E pagarlo di tasca propria. Anche chi denuncia deve pagare il legale, se la causa non viene archiviata immediatamente, a meno che la querela non provenga da un ente pubblico. E allora l’avvocato, o gli avvocati, li paghiamo sempre noi, intesi come cittadini. Anche quando abbiamo ragione. Così, da cittadini, perdiamo in ogni caso. E chi denuncia vince sempre, o meglio, non perde mai.

Tre denunce da Astral: due depositate alla polizia, una ai carabinieri

Astral, azienda partecipata della Regione Lazio che originariamente, come dice il nome stesso, si occupava solo di strade, in questi giorni ha presentato ben tre querele contro la nostra testata, ‘Il Nuovo 7 Colli’. La prima per un articolo in cui parlavamo del sottopasso di Ciampino, che collegherà la via Appia Nuova alla via dei Laghi, per raggiungere velocemente Velletri senza attendere la sbarra alla stazione di Casabianca. Un articolo in cui lamentavamo, in sostanza, la mancanza di Trasparenza di Comune e Astral sul progetto, mai reso pubblico. La seconda per un articolo in cui sostenevamo che Astral si stia ‘impadronendo’ dei Castelli Romani, prendendo la guida di progetti pubblici rilevanti: Ciampino-sottopasso, Velletri nuovo parcheggio multi-piano in via Pia, a Frascati nella gestione del raddoppio della storica stazione ferrovia.

La terza per un articolo relativo alla nuova stazione della linea ‘Eur-Torrino’ della ferrovia Roma-Lido che sarà dotata anche di un nuovo parcheggio interrato, due opere pubbliche molto importanti e costose situate sul fiume Tevere, per cui la Regione Lazio ha previsto un iter amministrativo ’veloce’, senza V.I.A.-Valutazione di Impatto Ambientale, probabilmente per non rischiare di ‘perdere tempo’ e decine di milioni di euro di fondi giubilari. Tre articoli in cui, in breve, parlavamo di Trasparenza e di appalti e soldi pubblici, decine di milioni di soldi pubblici, ossia quello di cui dovrebbe occuparsi la stampa, insieme alla cronaca.

Il ruolo della stampa

Non a caso, di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato che “Le istituzioni debbono avere rispetto per la stampa”, che i “giornalisti esercitano una funzione costituzionale rappresentando l’incarnazione del diritto all’informazione. La democrazia infatti è, anzitutto, conoscenza”, che “Gli atti contro l’informazione sono eversivi” e che, infine, “L’informazione alimenta il sistema democratico”.

Tornando ad Astral, l’Azienda Strade Lazio, questa ha un Amministratore Unico Antonio Mallamo al comando dal 2013, senza un CDA di controllo. È quindi l’incarnazione dell’Istituzione pubblica. È giunto ora alla fine del suo quarto mandato consecutivo. Quattro mandati ottenuti (senza CDA) con le nomine delle due Giunte regionali Zingaretti (2013-2018) e Zingaretti bis (2019-2023). Dopo 11 anni (quasi 12) ai vertici dell’azienda pubblica regionale è ora in lizza per il quinto mandato consecutivo che dovrà essere confermato o meno dalla Giunta Rocca a giugno prossimo.

Dovrà, certo, dribblare qualche inchiesta giudiziaria (Ryders Cup di Guidonia, con l’inchiesta per l’asfalto annacquato, per la quale Mallamo non è indagato, mentre lo è un dirigente di Astral) e qualche inchiesta politica (la Commissione Trasparenza Lazio l’ha già convocato per presunti problemi sugli appalti dei lavori Astral 2025). Ma non è escluso che possa farcela, sempre che lui lo voglia, a divenire un fedelissimo anche del Governatore Rocca.

Perché non chiedere una replica?

Ma certo è pur sempre un dirigente pubblico di una azienda pubblica regionale tra le più importanti d’Italia. Eppure lui o chi per lui, anziché alzare il telefono o scrivere una mail per spiegare le proprie ragioni, chiedere eventualmente una rettifica o un diritto di replica, ha deciso di presentare direttamente le tre querele. Ma chi paga gli avvocati?
Ci chiediamo se queste querele possano voler in qualche modo cercare di spaventare chi, come noi, sta sollevando casi di rilevanza pubblica, quali sono quelli di cui parliamo, di appalti pubblici che verranno realizzati con decine di milioni di euro di fondi pubblici. Sicuramente non sarà così. Perché noi continueremo a fare il nostro lavoro di giornalisti. E a scrivere senza alcun timore. In una testata che, sempre più, cresce e viene apprezzata dai lettori proprio perché affronta le notizie in modo diretto, andando a fondo alle questioni senza timore alcuno.