Lo chef Colonna chiude il ristorante di Termini: “Il nuovo Dpcm ci ha affossato”

Colonna

“Ho pensato di sospendere temporaneamente l’attività al Bistrò della Stazione Termini perché questo nuovo Dpcm crea ulteriori problemi. Ha messo in smart working tutti i manager che facevano su e giù tra Roma e Milano, e anche i pendolari”. E’ quanto afferma lo chef stellato Antonello Colonna in merito alla sospensione, a partire da oggi, dell’attività di ristorazione all’Open Colonna Bistrò a Termini. Un duro colpo è arrivato anche dalla capienza ridotta dei mezzi pubblici e delle metropolitane e dall’assenza quasi totale di turisti. “Il mio ristorante si trova a fianco dei check in di Leonardo, il treno che ogni mezz’ora metteva in comunicazione Termini con Fiumicino con migliaia di persone”.

Ristoranti, uno su due chiuderà per effetto del Dpcm

Una perdita di fatturato di 3,8 miliardi è l’effetto della chiusura per un intero mese degli oltre 180mila ristoranti, bar e pizzerie situati nelle aree classificate di gravità massima o elevata in base al rischio contagio da coronavirus”. E’ quanto riporta la Coldiretti in una nota, in seguito allo studio sulle conseguenze dell’entrata in vigore del nuovo dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale che individua tre livelli di rischio in Italia.  “Sulle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e in quelle di massima gravità sono sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi – aggiunge la Coldiretti – si tratta di oltre la metà delle strutture di ristorazione presenti sull’intero territorio nazionale. Nelle zone critiche è consentita la sola consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. A preoccupare è anche lo stop all’attività degli oltre 10mila agriturismi presenti in queste aree”.

E la denuncia dello chef Colonna è una delle tante, un base ai dati della Coldiretti. “La più colpita dalle misure restrittive sul fronte dei consumi fuori casa è la Lombardia che – sottolinea la Coldiretti – è la regione italiana con il maggior numero di locali per la ristorazione, oltre 51mila. Limitazioni permangono però anche nel resto del territorio nazionale non compreso nelle due fasce più critiche dove le attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità sempre della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto”.