Lockdown fatale anche per i taxi, ma nessuno ci pensa
Taxi rottamati dal lockdown, e nessuno ci pensa come dovrebbe. Lavoratori che effettuano un pubblico servizio messi fuori gioco dalle spietate logiche della pandemia, con un governo che pensa di cavarsela con l’elemosina. Già, che ci fanno con quel migliaio di euro, o i seicento iniziali, se l’auto ferma costa ogni giorno – ad essere ottimisti – tra le 50 e le 100 euro per le spese di manutenzione, oltre che assicurazione e eventuali e varie?
I signori del politichese, quelli della potenza di fuoco, sembrano aver dimenticato una categoria che pare utile solo nelle campagne elettorali, na che ora sta con le spalle al muro. Eppure, quando sono serviti per trasportare i malati – come sanno allo Spallanzani – non si sono tirati indietro i tassisti romani.
Taxi fuori gioco con il lockdown
A fine estate una leggerissima ripresa ma è stato sufficiente far circolare di nuovo la voce di un altro lockdown per far ripiombare il settore nella crisi più nera.
Aver chiuso ristoranti e bar alle 18 ha rappresentato il colpo di grazia. Già si è impedito al turismo di venire a Roma e in Italia, con gli ultimi provvedimenti di Conte ogni speranza di ricominciare a lavorare – perché questo chiedono, inascoltati – è andata a farsi benedire.
Durante il lockdown i cinquantamila tassisti italiani hanno tentato ovunque di reggere la classica baracca, ma i riconoscimenti tardano ad arrivare.
Per tentare di risollevare la situazione, i tassisti hanno messo sul tavolo un pacchetto di proposte.
Le proposte dei tassisti
Ad esempio, una possibilità potrebbe essere l’incentivo dell’uso dei taxi per i cittadini, tramite dei voucher: “Noi abbiamo richiesto di poter coadiuvare il trasporto pubblico di linea”, spiegano i rappresentanti della categoria delle città italiane. L’idea – ha reso noto il sito IlGiornale.it – è quella di permettere al servizio taxi di affiancare il trasporto pubblico, che ha dovuto abbassare la capacità di trasporto e che viene messo sempre più sotto pressione da studenti e lavoratori che lo utilizzano per recarsi in ufficio o a scuola: hanno richiesto voucher per la popolazione per integrare il trasporto pubblico di linea. Questo permetterebbe ai taxi di muoversi di più e aiuterebbe i cittadini, perché potrebbero prendere il taxi invece dei mezzi pubblici, per viaggiare in maggior sicurezza”. La proposta potrebbe anche essere “una soluzione al sovraccarico dei trasporti pubblici”.
Un’altra importante azione sarebbe quella di operare una “defiscalizzazione importante, perché non riusciamo a far fronte alle scadenze” e di affrontare la problematica dei costi di gestione elevati. La categoria dei tassisti è stata duramente colpita dalla crisi seguita alla prima ondata del Covid-19 e ora che i contagi sono tornati a salire e il governo ha imposto nuove stringenti misure, la via d’uscita si fa più lontana.
Chi li ascolta dalle parti di Palazzo Chigi? Col lockdown anche il servizio taxi vale. O no?