L’ordinanza anti-botti di Gualtieri è un fallimento: l’inquinamento dell’aria di Roma è alle stelle
In barba all’ordinanza anti–botti emanata dal sindaco Roberto Gualtieri, il Capodanno 2025 si è rivelato tra i più inquinati degli ultimi anni, complice certo anche il traffico impazzito per via dei cantieri giubilari, ma anche dei tanti botti e fuochi d’artificio (sparati anche dopo il concertone del Circo Massimo) utilizzati da Campidoglio e romani per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. I dati delle centraline dell’Arpa Lazio del 1° gennaio, del resto, confermano una situazione critica per la qualità dell’aria nella capitale, con livelli di polveri sottili PM10 ben oltre i limiti consentiti. Le concentrazioni registrate superano di gran lunga quelle degli anni precedenti, segnando un netto peggioramento rispetto al 2024 e agli anni immediatamente precedenti.
A Roma l’inquinamento dell’aria è alle stelle
Le centraline posizionate in diverse zone della città hanno restituito un quadro impietoso: il 1° gennaio 2025 ha visto sforamenti diffusi, con alcune aree che hanno raggiunto livelli di inquinamento tripli rispetto ai limiti normativi. La situazione più critica si è verificata a Preneste, dove i valori di PM10 hanno toccato i 162 µg/m3, ben oltre la soglia massima consentita di 50 µg/m3. Altre zone, come Cinecittà e Tiburtina, hanno registrato rispettivamente 143 e 140 µg/m3, evidenziando un problema che ha interessato l’intera città.
Un confronto che non lascia dubbi, sempre per Roma
Il confronto con i dati degli anni passati sottolinea l’entità del problema. Nel 2024, gli sforamenti erano stati minimi, coinvolgendo solo tre centraline, mentre nel 2023 le centraline con valori fuori norma erano nove, ma con concentrazioni più basse rispetto al 2025. Anche nel 2022, pur con sforamenti registrati in nove centraline, i valori massimi non avevano superato gli 81 µg/m3. Il peggioramento è evidente e rappresenta un monito per la gestione futura dell’emergenza smog.
L’ordinanza anti-botti di Capodanno è un fallimento totale
La relazione tra botti e fuochi d’artificio e l’inquinamento atmosferico è ormai accertata. Il 31 dicembre 2024, i livelli di PM10 avevano già superato i limiti in nove centraline su undici, ma con valori inferiori rispetto al giorno successivo. I botti esplosi nella notte hanno determinato un ulteriore incremento delle polveri sottili, portando alcune zone ai limiti dell’emergenza ambientale. Nonostante l’ordinanza che vietava l’uso di petardi e fuochi d’artificio, molti cittadini non hanno rispettato le disposizioni, contribuendo a peggiorare una situazione già critica.
Le raccomandazioni del Comune
In risposta ai livelli allarmanti di inquinamento, il dipartimento Ciclo dei rifiuti, Prevenzione e risanamento dagli inquinamenti ha ribadito l’importanza di adottare comportamenti sostenibili. Tra le misure suggerite, spiccano l’uso di forme di mobilità sostenibile, come il trasporto pubblico o lo sharing, e la preferenza per veicoli elettrici o ibridi. Inoltre, è stata richiesta una maggiore attenzione nell’uso degli impianti termici, con l’invito a ridurne ulteriormente gli orari di accensione.
Un problema che si ripete
Il Capodanno 2025 evidenzia una falla nella gestione delle politiche ambientali e un forse l’inutilità delle ordinanze varate dal sindaco di Roma. L’episodio, certo, pone l’accento sulla necessità di interventi più incisivi per contrastare l’inquinamento atmosferico.