Lotito e Casini restano soli. La riforma Gravina passa a larghissima maggioranza

Casini - Lotito

Ieri all’Hotel Hilton di Roma dove si svolgeva l’assemblea statutaria della Figc è stata difesa l’idea che il calcio italiano sia una comunità unica composta da club dilettanti e club professionisti, da calciatori e calciatrici, tecnici e arbitri. Tutti con pari dignità.

Aumento della percentuale di voto

La serie A nella redistribuzione delle percentuali di voto è passata dal 12% al 18% e quattro consiglieri nel Consiglio Federale, oltre che una piena autonomia, con un giusto riconoscimento del valore della massima serie ma senza cedere a diktat di aumenti “monstre” (30%) che non esistono in nessuna federazione europea e che avrebbero minato le basi della vita associativa della stessa federazione, che rimane la casa comune di tutto il calcio italiano.

Approvata la riforma voluta da Gravina

Nell’assemblea dell’Hilton è stato anche difeso il principio dell’autonomia del mondo dello sport e del calcio che deve essere in grado da solo di darsi delle regole, di autoriformarsi e di scegliere i propri rappresentanti senza imposizioni esterne della politica, e l’83% con cui è stata approvata la riforma voluta dal Presidente Gravina, che ha saputo tenere la barra dritta nonostante le minacce e le pressioni dell’ultima ora, è stata la più chiara delle risposte.

Elly Schlein difende l’autonomia dello sport: ma gli altri?

Occorre poi dire poi che c’è politica e politica e un plauso va a Elly Schlein, segretaria del PD, che domenica sera nella trasmissione #chetempochefa condotta da Fabio Fazio, ha difeso l’autonomia del mondo dello sport al contrario di chi, in palese conflitto di interessi, ha provato fino all’ultimo a forzare la mano.

Ora speriamo che si apra il processo elettivo e che si mettano al centro programmi e idee e le “cose da fare” per il nostro calcio che sono molte, e non solo “quanto contare”.

A tal proposito, ai signori della serie A, che ieri si sono divisi tra dialoganti in maggioranza (Beppe Marotta) e oltranzisti in minoranza (Lotito & c.), consigliamo una vecchia massima del grande banchiere del capitalismo italiano Enrico Cuccia che forse dovrebbero conoscere o aver letto, e che diceva che le azioni non si contano ma si pesano.
Ma per “pesare” ci vogliono managerialità, strategie e competenze, non basta l’emendamento Mulè.

Fabio Paletta