L’Unione Buddhista Italiana ha celebrato ieri i 10 anni dell’Intesa con lo Stato italiano
L’Unione Buddhista Italiana celebrato in questi giorni i 10 anni dell’Intesa tra Stato e Ubi con un Convegno presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, Senato della Repubblica. Un momento di alto significato istituzionale, si legge in una nota dell’Ubi, i cui passaggi ricordati attraverso le molte voci che hanno dato vita a questa Intesa. Che, siglata nel dicembre 2012 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale a gennaio 2013, conferisce all’Unione Buddhista Italiana e agli organismi da essa rappresentati la piena libertà di svolgere la propria missione spirituale, educativa, culturale e umanitaria. Il presidente dell’Ubi, Filippo Scianna, che ha aperto le celebrazioni, ricordando come questo riconoscimento testimoni l’impegno nel tempo sul territorio nazionale del mondo buddhista.
Presente il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci.
E ovviamente la sua vicinanza profonda ai valori del nostro Paese attraverso sia presenza spirituale sia azioni concrete. Nel corso del convegno, moderato da Stefano Bettera, è stato ricordato il percorso che ha portato all’Intesa attraverso i contributi del Senatore Lucio Malan e del professor Stefano Ceccanti dell’Università La Sapienza di Roma. Costoro hanno condiviso le riflessioni dal lato dello Stato italiano, mentre la Professoressa Maria Angela Falà, Presidente della Fondazione Maitreya ed ex Presidente Unione Buddhista Italiana, ha ricordato l’impegno da parte dell’Unione Buddhista Italiana. E’ intervenuta il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci. Numerosi gli altri interventi e testimonianze.
Presentato il Rapporto di Sostenibilità dell’Unione Buddhista
L’evento si è concluso con la presentazione del primo Rapporto di Sostenibilità dell’Unione Buddhista Italiana da parte del presidente Scianna. Più di sei milioni di euro impegnati, 40.000 beneficiari, più di 150 progetti e organizzazioni finanziate nel 2022. “La scelta di valutare l’impiego dei fondi dell’8×1000 in riferimento agli obbiettivi dello sviluppo sostenibile, Agenda 2030, non è semplicemente un gesto di trasparenza. – ha detto Scianna -. Piuttosto un gesto di consapevolezza e azione che aiuta il nostro Paese proprio a raggiungere questi obiettivi. Una azione, la nostra, che supera il concetto comune di donazione e proietta le scelte in una prospettiva più ampia. Spostando quindi il focus sulla capacità organizzativa e implementativa. Abbiamo scelto questa strada perché il destino degli altri e del pianeta ci riguarda”.
I buddhisti responsabili della società in cui vivono
Il Rapporto, realizzato da Etisos Foundation in base agli indicatori delle Nazioni Unite, che ha coinvolto le organizzazioni partner nel processo di valutazione sui progetti finanziati nell’anno 2022, è e sarà un prezioso strumento di conoscenza. E di futura pianificazione dei percorsi di sostenibilità promossi da Ubi, in quanto precorso di consapevolezza e condivisione a favore della trasparenza come atto di cittadinanza responsabile nei confronti della società. Questo documento voluto fortemente dall’Unione Buddhista per testimoniare il suo impegno concreto sul territorio e per l’esigenza di osservare la realtà nella sua complessità, secondo il principio di interdipendenza che impone una valutazione dell’impatto delle azioni messe in atto.
L’Unione ha 64 centri in Italia
Oggi l’Ubi si compone di 64 Centri sul territorio nazionale e grazie ai fondi dell’8×1000 con le sue molteplici attività sostiene progetti umanitari e sociali. Rivolti alle categorie più fragili della popolazione e per l’affermazione dei diritti umani e di cittadinanza, anche in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore. Sostiene progetti che favoriscono la sostenibilità ambientale, umana e sociale. Il Rapporto approfondisce anche le tante iniziative legate alle emergenze, dallo Sri Lanka all’Afghanistan e all’Ucraina.