Ma i ristoranti non ci stanno a farsi annientare e si organizzano
Sono iniziati i controlli della Polizia Locale di Roma Capitale, disposti su input dal sindaco Virginia Raggi, per il rispetto delle misure di contrasto alla diffusione del Coronavirus. Primo giorno di chiusura alle 18 per tutti i bar, le gelaterie e i ristoranti d’Italia. E’ una delle misure previste dal decreto firmato dal presidente del Consiglio. Le attività commerciali in questione dovranno rispettare rigidamente l’orario dalle 6 alle 18. Non chiudono invece farmacie e supermercati.
Ristoranti e locali sottoposti a rigidi controlli
Sono attive sul territorio circa 200 auto della Polizia Locale, che operano principalmente nelle zone della cosiddetta “movida” della Capitale: Municipio VIII, San Lorenzo e Piazza Bologna, Parioli e nei pressi dell’Università La Sapienza, Monti, Campo de Fiori, piazza Trilussa e Trastevere, Prati, piazza Cavour, colle Oppio e zone limitrofe, Pigneto e Centocelle.
”Sono fino a ieri sera una trentina i casi di pubblici esercizi che sono stati multati o chiusi per il mancato rispetto della distanza di sicurezza, il famoso metro tra le persone. Si tratta di bar e ristoranti a Monteverde, Portuense e centro storico, zona Campo de’ Fiori”. Lo ha detto all’Adnkronos il presidente di Fiepet-Confesercenti Roma Claudio Pica a proposito delle misure per l’emergenza coronavirus.
Alle 18 chiudono: ma solo al pubblico
Ma gli esercenti si attrezzano. Oltre a mettere più spazio tra i tavolini, chiedono anche di chiarire il decreto. Fipe e Assodelivery plaudono al governo che,
nelle risposte alle domande frequenti sul decreto #IoRestoacasa per l’emergenza coronavirus, chiarisce che per bar e ristoranti “il limite orario dalle 6 alle 18 è riferito solo all’apertura al pubblico.
Intensificate le consegne a domicilio
L’attività può comunque proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio. Sarà cura di chi organizza l’attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente ovvero una cosiddetta piattaforma – evitare che il momento della consegna preveda contatti
personali”. “L’attività può comunque proseguire – sottolineano le associazioni – negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio dando così la possibilità di fornire un servizio ai cittadini e di consentire a molte attività di ristorazione di continuare a lavorare”.
Dopo le 18 consentita la vendita da asporto
Da parte sua in una nota il direttore di Confartigianato Roma, Antonio Fainella sostiene la stessa cosa. ”Mentre invitiamo tutte le piccole imprese ad attenersi in maniera scrupolosa alle norme previste, relativamente ad alcuni dubbi interpretativi, già presenti nel Decreto dell’8 Marzo, consigliamo ai laboratori artigianali che effettuano consumo sul posto di sospendere l’attività dopo le 18 mantenendo la sola vendita per asporto”. Gli esercizi di vicinato alimentare, così come i banchi alimentari nei mercati (giornalieri e settimanali) potranno restare aperti”.
Chiesto alla Raggi di differire le tasse
Confartigianato ha chiesto ieri al sindaco di Roma di ampliare il differimento della Tassazione Locale (occupazione suolo pubblico, Imu,Tari, imposta di pubblicità). E anche il blocco di eventuali provvedimenti di revoca delle concessioni per morosità a tutte le attività che stanno subendo limitazioni. Ossia commercio di vicinato, bar e ristoranti, laboratori artigianali, operatori su area pubblica, centri benessere e strutture di intrattenimento.