Mafia a Ostia, danno fuoco alla saracinesca del ristorante: due arresti
Prima la serranda del ristorante incendiata, poi l’aggressione verbale nei confronti dei dipendenti di sala che stavano lavorando. E infine un infisso distrutto. Un’escalation di violenza che ha visto ‘protagonista’, suo malgrado, un ristorante di Ostia. I titolari hanno dovuto fare i conti, e per diverso tempo, con continue estorsioni aggravate dal metodo mafioso, ma ora il loro incubo è finito perché alle prime luci dell’alba di oggi i Carabinieri della Compagnia di Roma Ostia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Roma.
E due persone sono finite in carcere dopo la richiesta avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina: loro sono gravemente indiziate dei reati di tentata estorsione ed incendio aggravati dal metodo mafioso.
Le estorsioni con metodo mafioso a Ostia ai danni di un ristorante
Le indagini sono state portate avanti dai Carabinieri dal Nucleo Operativo e Radiomobile e sono state avviate dopo le denunce presentate dai titolari del ristorante di Ostia. I militari hanno ricostruito tutto e messo insieme i tasselli. Dalle continue estorsioni all’incendio della saracinesca del locale nel settembre 2023, fino all’aggressione verbale verso i dipendenti di sala con tanto di danneggiamento di un infisso. Un fatto, questo, avvenuto in orario di apertura serale del locale a maggio di quest’anno.
Mesi di paura e terrore, fatti di estorsioni, minacce, aggressioni. Ora, però, due persone sono state arrestate e per loro si sono aperte le porte del carcere. Durante le fasi esecutive, a causa di uno dei destinatari dell’ordinanza sono stati trovati anche un fucile calibro 20, detenuto illegalmente, e 1,9 kg di hashish, con tanto di materiale utile per il confezionamento delle dosi. Tutto, alla vista dei Carabinieri, è stato lanciato dalla finestra, ma il tentativo di nascondere è risultato vano.
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Un imprenditore si è ucciso per le continue estorsioni
Per le continue estorsioni, minacce di morte e violenze un imprenditore di 54 anni ha deciso di togliersi la vita. Una storia terribile che arriva da Roma e che vede protagonista un imprenditore nel settore ittico. Lui, stanco di quei soprusi, aveva chiesto aiuto e aveva denunciato tutto ai Carabinieri. Ma poi non ce l’ha fatta, è stato ‘soffocato’ da quel meccanismo crudele. Fatto di ripetute richieste di soldi, documenti. E minacce di morte anche nei confronti della sua famiglia.
Poche settimane fa, però, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica capitolina. E hanno arrestato 4 persone, tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di estorsione con la circostanza aggravante del metodo mafioso (artt. 629 e 416 bis.1 c.p.) e morte come conseguenza di altro delitto (art. 586 c.p.).