Magliana, dopo l’incendio allarme diossina nell’aria: valori 126 volte oltre il limite
Dopo l’incendio che ha colpito l’area della Magliana, bruciando ettari di vegetazione e decine di baracche abusive dove vivevano i rom, è intervenuta l’Arpa per il monitoraggio dell’aria. I dati sono allarmanti: valori di diossina 126 volte sopra la norma. Una vera e propria bomba chimica che rende l’aria tossica.
Plastiche bruciate
Un tasso così elevato di diossina è dovuto in primis ai quintali di rifiuti che sono stati distrutti dalle fiamme durante il rogo. A ridosso della baraccopoli, infatti, c’era una sorta di discarica: rifiuti trasportati dai rom e abbandonati dopo aver tolto i materiali da poter vendere, come rame, ferro e metalli vari. La diossina viene sprigionata in primis dalla plastica che bruciando crea quella sorta di reazione che lascia nell’aria sostanze tossiche.
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L’Arpa Lazio
Ma i monitoraggi dell’Arpa continueranno nei prossimi giorni: “In relazione all’incendio che si è verificato in data 20/06/2024 in via Asciano, nella zona del viadotto della Magliana – fa sapere l’Arpa Lazio in una nota – è stato effettuato il monitoraggio della qualità dell’aria a supporto degli enti locali e sanitari cui competono le valutazioni in merito ai possibili rischi per la salute e ai comportamenti da seguire. A questo fine, il personale dell’Agenzia ha installato un campionatore ad alto volume, strumento necessario per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, PCB e diossine, a poca distanza dall’area interessata dall’incendio. Le analisi saranno ripetute fino al rientro nei limiti degli agenti inquinanti.
Su diossine non esiste un riferimento normativo in aria ambiente
Va comunque precisato che Arpa Lazio riferisce “che per le diossine non esiste un riferimento normativo in aria ambiente“: “L’OMS (nel documento Air quality guidelines for Europe 2000) stima concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l’incendio ha effettivamente generato diossina”.
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