Il manichino come un poliziotto. Bruciato nel nome dell’odio

Manichino poliziotto

Quel manichino rappresenta un poliziotto e lo bruciamo. Come se fosse una cosa normale, civile, meritoria. Perché è l’Italia a cui è stato insegnato di odiare chi indossa una divisa, ma ora si è superato ogni limite.

Purtroppo si sa che spesso e volentieri la notte di Capodanno è anche la notte delle bravate che a volte rischiano di oltrepassare il limite. È proprio ciò che è successo a Milano quando un gruppo di ragazzi ha deciso di incendiare il manichino con la divisa della polizia. Matteo Salvini lo ha pubblicato sulla propria pagina Instagram.

Quel manichino poliziotto bruciato

Il manichino raffigurante un poliziotto era collocato su un marciapiede all’esterno di un parco pubblico in zona Corvetto ed è lì che è stato incendiato nella notte di Capodanno a Milano. Nel video, pubblicato inizialmente sempre su Instagram da Welcome to favelas, si vede un ragazzo cospargere presumibilmente di benzina il manichino vestito da poliziotto a grandezza naturale e poi dargli fuoco, prima di allontanarsi.

Avvolto completamente dalle fiamme, il manichino esplode. “L’incendiario è sicuramente un cretino, chi ride e applaude è pure peggio. Solidarietà alle donne e agli uomini che ogni giorno rischiano la vita per la sicurezza dell’Italia e degli italiani”, ha commentato il vicepremier Matteo Salvini, postando su instagram. https://www.instagram.com/reel/Cm30HRKgFWL/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

La rabbia di Matteo Salvini

Il ministro sotto il suo post ha scritto: «Milano. L’incendiario è un cretino, chi ride e applaude è pure peggio. Solidarietà alle donne e agli uomini che ogni giorno rischiano la vita per la sicurezza dell’Italia e degli italiani».

Del resto, si è trattato di un’azione davvero insensata, figlia della cultura dell’odio che prospera soprattutto nelle metropoli. E che è davvero intollerabile, pensando a chi rappresenta quella figura bruciata.

Ha detto Fabio Conesta’, segretario del sindacato di polizia Mosap: “Immagini lesive e fortemente diseducative che, oltre a istigare all’odio, denotano il propagarsi di una cultura dell’antipolizia pericolosa per le nuove generazioni”.
Ed h ragione: gli appartenenti alle forze dell’ordine dovrebbero essere rispettati da tutti e non indicati come nemici da abbattere o magari persino da bruciare. Ma dove vive questa gentaglia così violenta?