Manifestazione pro Europa a Roma, Guardia di Finanza in Campidoglio: acquisiti i documenti

Un blitz della Guardia di Finanza, più esposti incrociati e un’indagine sui conti del Campidoglio: dietro la grande manifestazione pro Europa del 15 marzo a piazza del Popolo si apre ora un fronte ben più delicato delle chiacchiere da bar e delle polemiche tra leader di partito. A far discutere non sono solo i contenuti dell’evento, ma soprattutto il costo salatissimo che la Capitale avrebbe sostenuto, oltre 350mila euro, pagati con i soldi dei cittadini. Una cifra che ha attirato l’attenzione non solo dei cittadini, ma anche della Corte dei Conti, che ora vuole vederci chiaro.
Roma, ‘Una piazza per l’Europa’ con i soldi dei romani: “Gualtieri spieghi”

La Finanza in Campidoglio, scatta la verifica
Nei giorni scorsi, gli uomini della Guardia di Finanza si sono presentati negli uffici del Comune di Roma per acquisire tutta la documentazione relativa all’organizzazione della manifestazione. Un’azione che – stando a quanto trapela da fonti di Roma Capitale – rientra tra gli “atti dovuti”, a seguito di numerosi esposti presentati da esponenti politici di diverse forze, come Virginia Raggi, passando per i consiglieri capitolini della Lega Fabrizio Santori e Maurizio Politi e del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.
Ma se da Palazzo Senatorio c’è chi minimizza, parlando di una collaborazione aperta e trasparente, l’atmosfera è tutt’altro che serena. Tanto che, a quanto risulta, l’intera vicenda è ora in mano alla Corte dei Conti, che ha avocato l’indagine direttamente al suo Procuratore capo. Il rischio, però, è che l’indagine, anche se dovesse riscontrare anomalie e responsabilità, non porti a nulla, a causa della riforma voluta proprio dal centrodestra che ha modificato la responsabilità amministrativa.
“Piazza per l’Europa”, ecco la delibera della Corte dei Conti che rischia di inguaiare Gualtieri
Chi ha autorizzato quella spesa?
A destare più di un sospetto è il confronto con Bologna, dove una manifestazione simile è costata diciotto volte di meno. E proprio questo paragone è finito nero su bianco in uno degli esposti, quello di Galeazzo Bignami, che accusa Roma di uno sperpero ingiustificabile.
Il punto caldo dell’indagine riguarda il cosiddetto “ordine del sindaco” con cui Zètema, la partecipata del Comune che si occupa di eventi e cultura, è stata incaricata di gestire l’organizzazione spendendo più di 300mila euro (IVA inclusa). Ma quel documento, dicono le voci più informate, non sarebbe accompagnato da un atto amministrativo formale. Nessuna delibera, nessun passaggio in Giunta. Solo una disposizione diretta, su cui ora le Fiamme Gialle vogliono fare luce.
Gasparri attacca, Gualtieri nel mirino
“Prendo atto con soddisfazione che l’indagine va avanti – ha commentato Maurizio Gasparri –. È giusto verificare come e perché siano stati spesi quei soldi. Soprattutto se si tratta di fondi pubblici”.
E in effetti, tra le righe degli accertamenti, sembra proprio che il sindaco Roberto Gualtieri abbia ora gli occhi puntati addosso. Gli investigatori avrebbero già interrogato alcuni funzionari e si preparano ad analizzare nel dettaglio tutti i flussi finanziari legati all’evento.
Il caso è tutt’altro che chiuso. E con la magistratura contabile pienamente coinvolta, la manifestazione del 15 marzo rischia di passare alla storia non solo per lo slogan pro Europa, ma anche per essere diventata un boomerang politico e contabile di cui si parlerà ancora a lungo.