Manovra 2025, sacrifici per i cittadini, ma aumenti di stipendio per ministri: ecco chi sono i politici che avranno più soldi
Mentre agli italiani si chiede di stringere la cinghia, ai ministri del governo arriva una sorpresa sotto l’albero di Natale: stipendi più alti. Nel cuore di una manovra finanziaria fatta di sacrifici e rincari, spunta infatti l’aumento per otto ministri non parlamentari, che vedranno il loro compenso salire da 9.200 a 12.400 euro lordi al mese. Una notizia che ha scatenato rabbia e polemiche, mettendo ancora una volta sotto i riflettori il tema della disparità tra classe politica e cittadini.
Chi sono i ministri beneficiari dell’aumento?
Gli otto ministri interessati dalla misura non sono stati eletti in Parlamento ma nominati per il loro ruolo nell’esecutivo. Ecco i ministri a cui spetterà l’aumento:
- Andrea Abodi, Ministro dello Sport e dei Giovani;
- Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno;
- Guido Crosetto, Ministro della Difesa;
- Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro;
- Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione;
- Alessandro Giuli, Ministro della Cultura;
- Orazio Schillaci, Ministro della Salute;
- Gennaro Sangiuliano, Ministro della Giustizia.
Attualmente questi ministri guadagnano circa 9.200 euro lordi al mese, meno dei colleghi parlamentari che percepiscono 12.400 euro. La manovra 2025 prevede un aumento di 3.200 euro mensili, che porterebbe il totale annuo dei loro stipendi a circa 148.800 euro contro gli attuali 110.400 euro.
Sacrifici per i cittadini, ma non per tutti
L’aumento degli stipendi arriva in un momento di difficoltà economica per molte famiglie italiane. Con l’inflazione che erode i risparmi, bollette sempre più alte e pensioni minime appena ritoccate, la scelta di aumentare i compensi dei ministri appare, agli occhi di molti, come un vero e proprio schiaffo.
Le giustificazioni ufficiali parlano di una necessità di equiparazione salariale tra ministri parlamentari e non parlamentari, per riconoscere la responsabilità e il lavoro svolto. Ma il contesto economico rende questa decisione ancora più difficile da digerire.
L’opposizione: ‘Un insulto ai cittadini’
L’opposizione non ha risparmiato le critiche. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha definito la misura “un insulto” in un momento in cui milioni di italiani lottano per arrivare a fine mese. Anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha sottolineato l’inopportunità di questa scelta: “L’aumento non è solo fuori luogo, è un segnale di totale disconnessione con la realtà”.
In risposta alle polemiche, il ministro Guido Crosetto ha proposto un compromesso: applicare l’aumento solo ai futuri governi, per evitare di alimentare ulteriormente il malcontento.
Una manovra che pesa sulle tasche degli italiani
L’aumento degli stipendi ministeriali non è l’unico punto critico della manovra 2025. Tra le altre misure, si segnala un incremento delle tariffe autostradali dell’1,8%, nuovi interventi sulle tasse di imbarco per i voli extra UE e modifiche al Fondo di garanzia per i mutui casa e PMI.
In questo contesto, l’aumento per i ministri diventa un simbolo della percezione di una politica distante dai problemi reali. Le associazioni dei consumatori e i sindacati hanno già espresso il loro dissenso, chiedendo interventi più incisivi per sostenere le famiglie e le fasce più deboli della popolazione.
Il paradosso del potere
Mentre agli italiani si chiede di affrontare ancora una volta sacrifici, il governo sembra tutelare i propri membri con decisioni che appaiono privilegiate. L’aumento degli stipendi per i ministri non parlamentari rappresenta un test per la credibilità dell’esecutivo e una questione che non mancherà di pesare sul dibattito pubblico nei prossimi mesi.
La domanda resta: è questo il segnale che il Paese si aspettava in un momento di crisi?