Manuel Bortuzzo, dagli spari per scambio di persona alle Paralimpiadi di Parigi: “La mia seconda vita”
Lo scambio di persona, gli spari e una vita che nel giro di pochissimi istanti viene stravolta. Lo sa bene Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto, che a 20 anni, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio del 2019, è rimasto coinvolto in una sparatoria all’Axa, tra Ostia e l’Eur, alla periferia sud di Roma. Era con la sua fidanzata dell’epoca quando, nei pressi di un pub, è stato aperto il fuoco. E da quel giorno la sua vita è cambiata: prima l’operazione, poi la lesione midollare che non gli permetterà di camminare.
Manuel Bortuzzo dal 2019 è sulla sedie a rotelle, ma ha dimostrato fin da subito forza e coraggio. E non ha mai lasciato il nuoto, la sua più grande passione (insieme alla musica): solo lì, in quella vasca, sente di essere davvero se stesso. Adesso è pronto a dimostrarlo, ancora una volta, alle Paralimpiadi di Parigi, dove farà il suo esordio tra gli atleti.
Manuel Bortuzzo alle Paralimpiadi di Parigi
“E’ una sensazione bella, qui percepisci di aver raggiunto l’apice. Essere qui mi dà quella serenità di dire di essere arrivato, ora non c’è nulla da perdere. Mi approccio a questo evento con serenità perché ho lavorato e sono soddisfatto di come l’ho fatto. Ho tanta voglia di fare, non vedo l’ora di gareggiare; è tutto molto bello e sono molto gasato” – ha detto Manuel Bortuzzo all’Ansa. Il nuotatore è pronto per i suoi giochi olimpici: oggi ci sarà la cerimonia di apertura, poi si entrerà nel vivo delle gare.
Tragico incidente per Agazio Menniti, il chirurgo che salvò la vita a Manuel Bortuzzo
Le Paralimpiadi, per lui, rappresentano la chiusura di un cerchio. “Cambiano i compagni di viaggio, ma solo loro perché le sensazioni sono uguali. Mi auguro possa essere seguita allo stesso modo perché merita. Io in una condizione diversa, ma ci sono”, – ha spiegato. Bortuzzo, prima di quel terribile incidente e scambio di identità, nel 2015 aveva conquistato il record italiano nella categoria ragazzi nei 3000 metri. Poi i tre colpi di arma da fuoco arrivati quattro anni dopo, che gli hanno cambiato tutte le carta in tavola. Lui, però, non si è mai arreso: ha sfidato la vita, l’ha guardata dritta in faccia e ha continuato per la sua strada.
“Il sogno è l’oro”
“Il sogno è sempre quello di mettersi l’oro al collo, ma dobbiamo anche essere realisti. Me la vedrò contro chi nuota da tanti anni, tutti atleti molto forti sulla carta. Non pressione perché non sono il favorito, non ho nulla da perdere. Andrò per giocarmi tutto senza guardare al risultato, perché una volta che hai dato tutto, quello che arriva arriva. Voglio toccare la vasca e poter dire di aver fatto bene. So che valgo, ma tutto è una conseguenza. Sarei disposto anche ad arrivare ultimo ma con un tempo incredibile per me stesso” – ha concluso il nuotatore, che spera di salire sul podio.
Comunque vada per lui sarà un successo. Per lui che, nonostante le difficoltà, ha saputo guardare il lato positivo. E per lui che, bracciata dopo bracciata, ha saputo ‘galleggiare’, senza mai sprofondare. Nella vasca sente di essere se stesso e ha dato a tutti, così giovane, una lezione di vita. Di forza, di resilienza, di coraggio.