Manuela Petrangeli: le frasi folli di Molinaro: “L’ho uccisa, speriamo che l’ho presa bene, ho visto il sangue che schizzava da tutte le parti”

Manuela Petrangeli
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L’omicidio di Manuela Petrangeli è tutto nei messaggi inviati da Gianluca Molinaro ad una persona conosciuta in palestra e dalle telefonate che il killer ha effettuato alla sua ex compagna Debora Notari. Sono le prove schiaccianti nell’ordinanza con cui il Gip ha convalidato l’arresto del 53enne che giovedì scorso ha ucciso la fisioterapista e che parlano di “gravi indizi di reato” e di “brutale omicidio”.

Omicidio Manuela: “Oggi forse piglio due piccioni con una fava”

Oggi forse piglio due piccioni con una fava” dice ad un amico, poi la telefonata alla ex compagna: “L’ho uccisa. Speriamo che l’ho presa bene. Ho visto il sangue che schizzava da tutte le parti. Quindi ancora un sms ancora all’amico: “Gli ho sparato due botti, gli ho sparato”.

I deliri del carnefice di Manuela

Poi vi sono anche le carte che raccontano di quando “alle 14,40 Molinaro si presenta presso la caserma dei carabinieri e dichiara di aver ucciso l’ex compagna”. Qui vengono fuori tutti i deliri dell’uomo, che dopo essere arrivato in caserma raccontava “di aver saputo tramite un sistema di sorveglianza da lui installato nell’abitazione della donna di continui tradimenti e che si era iscritta a un sito internet di incontri”.

Tutto cose non vere: gli investigatori non hanno rinvenuto alcun sistema di sorveglianza, nessuna iscrizione a siti internet. Manuela Petrangeli aveva una vita normale, un lavoro, un figlio, una casa, una famiglia e delle amiche: una era con lei al momento del delitto, altre sono scese in strada, in via degli Orseolo, quando hanno sentito gli spari.

La testimonianza della compagna di Molinaro

Agli atti c’è anche la testimonianza dell’attuale compagna che ha spiegato che con lei Molinaro è sempre stato calmo manifestando solo disagio per le difficoltà avute perchè non riusciva a vedere spesso il figlio.

Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, hanno ritrovato due cartucce. Altri due colpi pronti per essere esplosi. Erano nella Smart da cui Molinaro ha sparato contro Manuela Petrangeli.

Il Gip: “Omicidio volontario aggravato”

Secondo il gip ci sono diversi “elementi assolutamente convergenti per ritenere l’indagato responsabile dell’omicidio volontario aggravato. Per ragioni da approfondire: sembrerebbe la sua pervicace gelosia, nonostante la relazione si fosse conclusa da circa tre anni, Gianluca Molinaro ha recuperato un fucile certamente illegalmente detenuto, ma non è ancora emerso come ricevuto e da chi, l’ha raggiunta presso il luogo di lavoro e la ha colpita improvvisamente con due colpi di arma da fuoco”, prosegue l’ordinanza di custodia cautelare nella quale è contestato anche il reato di porto illegale di arma da fuoco.

I carabinieri del Ris indagano sull’arma che ha ucciso Manuela Petrangeli e ci sono buone possibilità che risalgono al numero di matricola nonostante questa sia stata abrasa. Resta da capire come si sia procurato il fucile a canne mozze. L’analisi del cellulare e dei tabulati telefonici è in corso e forse chiarirà chi lo ha aiutato.

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