Marco Filomeno morto sulla Via del Mare, vandalizzata la targa in sua memoria: ‘Inaugurata pochi giorni fa’

Targa Marco Filomeno vandalizzata

Era stata inaugurata pochi giorni fa, ma ora la targa in memoria di Marco Filomeno, il ragazzo di 30 anni che a maggio scorso ha perso la vita in un terribile incidente stradale sulla via del Mare è stata già vandalizzata. Qualcuno si è divertito a ‘distruggerla’, senza avere rispetto, cuore ed empatia nei confronti di una famiglia distrutta dal dolore. Quella targa era stata inaugurata il 25 luglio scorso nel parco Francesco Cozza, l’area verde che il 30enne ha sempre frequentato: lì si ritrovava con gli amici, lì ha trascorso la sua adolescenza, gli anni più belli.

Vandalizzata la targa in memoria di Marco Filomeno

“Pochi giorni, solo pochi giorni è durata integra la targa ricordo dedicata al giovane Marco Filomeno” – hanno scritto dal Coordinamento Forza Italia Municipio VIII. La panchina nel parco, poi quella targa vandalizzata. Senza rispetto. Gli amici e i suoi fratelli avevano voluto ricordarlo così, sentirlo vicino e avevano scelto una frase di Eugenio Montale: “Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di volta e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino”. Marco Filomeno, così gentile con tutti, ha lasciato un enorme vuoto, che sarà difficile da colmare.

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Gli amici volevano solo ritrovarsi in quel parco, lì dove avevano vissuto la loro adolescenza. E ritrovare in qualche modo Marco, rappresentato da quella targa. Dalla stessa targa che è stata vandalizzata dopo pochissimi giorni dall’inaugurazione.

L’incidente in cui ha perso la vita

Marco Filomeno, 30 anni compiuti a febbraio, era in sella alla sua moto domenica 26 maggio, doveva andare al lavoro a Roma per fare la guida turistica. E invece lì, purtroppo, non è mai arrivato perché il destino ha giocato la carta più brutta e il giovane ha perso la vita in un terribile incidente sulla via del Mare, all’altezza di Tor di Valle. Una strada che non percorreva mai con la moto e che quel giorno, poco dopo le 9, aveva deciso di imboccare perché la Cristoforo Colombo era chiusa per il passaggio del Giro d’Italia. Un incidente drammatico, un’altra giovane vita spezzata in una domenica di fine maggio. Che sarebbe dovuta essere come tante.