Marco Rizzo: Ma non è che Vannacci è stato rimosso per aver rotto l’omertà sull’uranio impoverito?

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Il libro del generale Vannacci continua a suscitare le polemiche della sinistra. “Non ero a conoscenza che il generale Vannacci avesse presentato ben due esposti alle Procura militare e alla Procura ordinaria di Roma nelle quali denunciava gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano (la questione dell’uranio impoverito ha mietuto tante morti). Eppure il generale diventa un personaggio pubblico non per queste denunce ma per le sue opinioni personali scritte nel libro ‘Il mondo al contrario’. E viene prontamente rimosso. Chissà se la rimozione sia davvero scattata per le sue opinioni personali o per altro? … Meditate”. Lo afferma Marco Rizzo, di Democrazia sovrana popolare.

Sgarbi: la libertà di espressione non può essere censurata dalla sinistra

In una nota social il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, interviene sulla vicenda del generale Vannacci.”Nella garanzia dei diritti non ci sono gerarchie. Abbiamo visto che è riconosciuto legittimo dai vertici dell’esercito il matrimonio di due persone dello stesso sesso. È un affare privato ma si consente che l’unione si compia in divisa. Non lo discutiamo ma, parimenti, dev’essere consentito non in divisa, ma in un libro, scrivere le proprie idee, tra l’altro legate a profondi principi cristiani senza patire sanzioni. In caso contrario, come è avvenuto, non si fa altro che confermare le idee e i pensieri che si intende punire. Ogni posizione e ogni libertà garantita dalla costituzione non può essere censurata. Il pensiero progressista non può autoritariamente mortificare e spegnere il pensiero conservatore. Dopo il trattamento subito il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l’autorità dello Stato? Questo è regime”.

Donzelli: non siamo gli agenti del politicamente corretto

“Non entro nel merito” del libro. “Se qualcuno si sente offeso ci sono gli organismi preposti. Ma non spetta a me dare un timbro di bontà o no delle idee. Da sempre mi batto per difendere il diritto di esprimere anche, anzi direi soprattutto, idee diverse dalle mie. Non è che dobbiamo fare gli agenti del politicamente corretto. Il Pd e le sinistre cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano? In un mondo libero si scrive ciò che si pensa”. Lo afferma Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, in un’intervista al Corriere della Sera. “Crosetto – aggiunge – ha agito correttamente ad avviare l’indagine. Se stabilissimo che compito della politica è decidere la bontà delle idee sarebbe la fine della democrazia”.