Margaret Spada, altre 10 clienti denunciano i medici: “Fumavano durante le operazioni”
Fumo in sala operatoria, interventi senza autorizzazione e vite appese a un filo. Sono queste le accuse che continuano a emergere contro i chirurghi Marco e Marco Antonio Procopio, padre e figlio al centro del caso che ha sconvolto l’Italia. Dopo la tragica morte di Margaret Spada, altre dieci pazienti si sono fatte avanti denunciando pratiche mediche a dir poco inquietanti.
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Accuse shock: “Fumavano durante gli interventi”
Tra le denunce, un dettaglio lascia senza parole: i medici fumavano in sala operatoria, nello studio all’Eur. Un’accusa confermata anche dai soccorritori del 118 che intervennero nel novembre scorso, quando Margaret si sentì male durante un’operazione di rinoplastica.
Una delle pazienti ha raccontato di aver subito un secondo intervento non autorizzato lo stesso giorno di una visita di controllo per una mastoplastica. “Non avevo idea di quello che stesse accadendo, mi hanno rioperata senza nemmeno avvisarmi”, ha dichiarato.
In totale, sono ormai almeno dieci le denunce formali contro i Procopio. A queste si sommano le testimonianze di altre venti pazienti raccolte dai carabinieri del NAS, che hanno descritto gravi irregolarità: assenza di anestesisti qualificati, utilizzo di strumenti non a norma e mancanza di autorizzazioni per eseguire interventi chirurgici.
La morte di Margaret Spada: una tragedia che poteva essere evitata
Il caso di Margaret Spada ha fatto da detonatore. La giovane di 22 anni si era affidata ai Procopio per un semplice “ritocco al naso”, ma il 4 novembre scorso qualcosa è andato storto. Durante l’intervento, Margaret ha accusato un malore che l’ha portata alla morte tre giorni dopo.
I risultati dell’autopsia hanno svelato dettagli scioccanti: tracce di cibo nei bronchi, segno che la ragazza aveva mangiato prima dell’operazione, seguendo le indicazioni ricevute tramite messaggio dallo studio medico. Ma non solo: la relazione dell’Asl ha evidenziato che la rianimazione è stata tardiva e mal gestita, nonostante fosse presente un defibrillatore funzionante.
Le indagini
Il caso è ora nelle mani della pm Eleonora Fini, che sta cercando di fare luce non solo sulla morte di Margaret, ma anche su un sistema più ampio di chirurgia estetica a basso costo che agisce ai margini della legalità.
Tra i punti chiave da chiarire ci sono la quantità e il tipo di anestesia somministrata a Margaret, una sospetta patologia cardiaca congenita e le responsabilità dirette dei due medici. Il termine per il deposito della relazione sull’autopsia scadrà la prossima settimana, ma gli esperti potrebbero chiedere più tempo per analizzare tutti i dettagli.
Chirurgia estetica low-cost e pubblicizzata sui social: a che prezzo?
Questa vicenda alza un’ombra pesante su una pratica sempre più diffusa: la chirurgia estetica low-cost, spesso promossa attraverso social come TikTok. Attirate dalla promessa di interventi a prezzi stracciati, molte pazienti finiscono nelle mani di medici che operano in condizioni al limite, o addirittura fuori, dalla legalità.
Margaret Spada è diventata il simbolo di una tragedia che non può essere ignorata. Ma la vera domanda è: quanto siamo disposti a rischiare per inseguire un ideale di bellezza?