Draghi, il presidente sportivo che se ne frega della cultura italiana
Sì, lo sport ci appassiona, ci emoziona, ci fa sognare; ma non è un motivo per ignorare quanto altro di grande è capace l’Italia, presidente Draghi.
Il premier si goda pure il momento di celebrità legato al G20 di Roma, ma si circondi anche di consiglieri che gli sappiano far annotare successi che meriterebbero entusiasmanti applausi delle cariche istituzionali e dei leader politici.
Presidente Draghi, esiste anche la cultura
Silenzio invece, sui trionfi della cultura nazionale nel mondo, accecati come siamo esclusivamente dagli allori sportivi, dalle medaglie degli europei, dai beniamini che raccolgono pur meritate ovazioni sui pullman in giro per Roma.
Ma c’è qualcosa che accade e che ci riguarda come patrioti dell’arte. Eppure nessuno ne scrive e nemmeno si festeggia se non in circoli ristretti.
Il Maestro Danilo Rossi, che si fregia come Prima viola Solista dell’Orchestra Teatro alla Scala di Milano, ha espresso l’indignazione sua – e che dovrebbe essere di tutti – al presidente Sergio Mattarella in una lettera aperta.
Mettendo in fila significativi successi degli artisti del nostro Paese.
Lettera aperta al presidente Mattarella
“Al Concorso Pianistica Chopin di Varsavia l’Italia ha ottenuto il quinto premio con Leonora Armellini, 29 anni e il secondo premio con Alexander Gadjiev 27 anni.
Al concorso violinistico Paganini di Genova invece l’Italia con Giuseppe Gibboni 20 anni (nella foto) ha vinto il Primo Premio assoluto, cosa che non succedeva da 24 anni”.
Ebbene, nessuno ne ha parlato nei grandi media italiani, a partire dalle televisioni.
Tantomeno si sono affannati a esaltare quei successi i politici importanti del nostro paese.
“Mi risulta – scrive Rossi al Capo dello Stato –che i vincitori di medaglie varie, olimpiche o tornei, dal tennis al volley, vengono invitati dal Presidente del Consiglio o addirittura dal Presidente della Repubblica”.
La cultura al primo posto? Se fosse veramente così questi straordinari giovani sarebbero su tutti i giornali e su tutte le televisioni e sarebbero già stati invitati dalle più alte cariche dello Stato.
“Invece nulla di tutto questo è accaduto. Quindi in realtà siamo il terzo mondo culturale?”.
Non sappiamo se abbiamo un numero di lettori sufficienti per arrivare al presidente Mattarella o a Draghi. Ma sarebbe un bene rimediare ad una figuraccia che l’Italia dell’arte non merita. Avvisate almeno Franceschini, please.