Marocchinate, sconcertante archiviazione. “Quel crimine di guerra resterà impunito per sempre”

Il Tribunale Militare di Roma, dopo cinque mesi di indagini, ha archiviato la denuncia presentata dall’Associazione Nazionale delle Vittime delle marocchinate in merito agli omicidi e alle violenze compiuti nel 1943-1944 dalle truppe coloniali inquadrate nell’Esercito Francese.
Marocchinate, quella pagina vergognosa
La notizia viene resa nota dal presidente nazionale dell’Anvm, Emiliano Ciotti, che nei giorni scorsi è entrato in possesso del decreto di archiviazione tramite il legale dell’associazione. Il procedimento penale era contro “ignoti militari” per il reato di “concorso in violenza con omicidio contro privati nemici e saccheggio pluriaggravati e continuati”.

I fatti, si legge nel documento della Procura Militare, furono commessi “in danno della popolazione civile italiana tra il 1943 e il 1944 nelle campagne della provincia di Latina e Frosinone” e consistevano “nell’uccisione di numerose persone civile non belligeranti (fra cui donne, giovani e anziani di vario sesso ed età) nonché numerosissime violenze sessuali consumate sempre nei confronti della popolazione civile locale, in specie ma non esclusivamente di sesso femminile; nel saccheggio di alcune case di privati cittadini italiani non belligeranti, al di fuori e senza necessità delle operazioni militari”.
Ciotti: “Siamo rimasti interdetti”
“Siamo rimasti interdetti – dichiara Emiliano Ciotti – poiché in passato, per reati simili compiuti da militari di un’altra nazione belligerante, sono state cercate tutte le vie possibili, diplomatiche e giudiziarie. Le indagini hanno coinvolto anche la polizia di quello Stato, sono stati inquisiti e processati ex-militari ultranovantenni e il rilievo mediatico è stato notevole. Nel caso della nostra denuncia – prosegue Ciotti – si è giunti all’archiviazione dopo appena cinque mesi di indagini effettuate dalla sezione Crimini di Guerra della Polizia Giudiziaria Militare. Un epilogo che non ci aspettavamo. L’unica speranza – conclude Ciotti – è che il pm nella sua richiesta di archiviazione scrive che ‘le indagini potranno eventualmente essere riaperte in seguito, qualora dovessero emergere nuovi e utili elementi probatori’”.