Mascherine, ancora truffe. Arrestato imprenditore ai Castelli

Aveva architettato una truffa quasi perfetta, sfruttando il periodo della pandemia. Nel momento in cui tutti richiedevano le protezioni facciali. E mentre medici e infermieri morivano in corsia. Approfittando della grande richiesta di mascherine chirurgiche, aveva preso ordini da ben 13 aziende. Facendosi  pagare in anticipo un totale di quasi un milione di euro. Peccato, però, che le mascherine fossero praticamente inesistenti e pertanto mai consegnate ai destinatari. Una brutta storia, non isolata. Della quale finalmente adesso si è fatta giustizia.

Mascherine addio quasi ovunque: ne abbiamo utilizzate più di 46 miliardi…

La querela per truffa e quelle mascherine mia arrivate

Le indagini sono iniziate nell’Aprile del 2021, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri. Sono iniziate, esattamente, dopo una querela per truffa presentata dal titolare di una società che lavora nel settore della vendita di materiale medico chirurgico. Che aveva ordinato e pagato in anticipo un certo quantitativo di mascherine chirurgiche. Senza più vederne traccia.

Le verifiche hanno permesso di individuare addirittura sei società’. Che hanno stipulato, nei confronti di altre13 società, contratti per la vendita di mascherine chirurgiche. Tutte e sei le società facevano capo al soggetto indagato (nonché titolare di numerosi rapporti bancari con diversi istituti di credito). Per un totale di circa un milione di euro. Versato nei conti correnti riferibili al millantatore e sottratto in maniera truffaldina alla sei società acquirenti. Ovviamente del tutto ignare del giro di malaffare che era stato messo in piedi a loro danno.

Le attività investigative svolte, basate soprattutto su accertamenti di natura bancaria, hanno quindi consentito di individuare l’imprenditore quale gravemente indiziato  di una serie di truffe. Basate sulla falsa vendita di mascherine chirurgiche in piena emergenza pandemica. Inoltre, è stata accertata l’esistenza di un giro di riciclaggio e autoriciclaggio, articolato su una serie di movimentazioni bancarie consistenti in finanziamenti non onerosi e finanziamenti infruttiferi. Tutti riconducibili alle sei società dell’unico indagato.

Il maxi sequestro

A tal proposito, è stata emessa la misura cautelare reale del sequestro preventivo dei beni mobili e immobili. Così come dei titoli, azioni e quote societarie e somme di denaro contante. Per equivalente, fino al raggiungimento della somma che costituisce il prodotto o il profitto del reato indebitamente percepito a danni di 13 società.