Maselli (FDI), sui parchi regionali crolla la ‘rivoluzione green’ di Zingaretti
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Massimiliano Maselli ha attaccato la gestione dei parchi e delle riserve naturali della giunta Zingaretti. Mettendo in risalto in una recente intervista sul quotidiano Il Tempo tutti i ritardi nell’approvare i piani di assetto e i regolamenti di queste aree protette. Spesso zone di pregio, anche ai margini della Capitale. Che però devono essere tenute come si deve, e valorizzate. Sia per preservarne la flora e la fauna, che per consentirne un uso consapevole alla cittadinanza. A cominciare dai più giovani e dai ragazzi delle scuole. Ma potenzialmente anche dai ciclisti, runners e amanti della natura. Invece senza gli opportuni strumenti normativi, parchi e riserve rimangono chiusi. Spesso abbandonati al loro destino. Non fruibili, ma nemmeno tutelati come meriterebbero.
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La denuncia di Massimiliano Maselli, la tutela dei parchi della giunta Zingaretti è un ‘bluff’
I parchi e le aree protette nella Regione Lazio sono stati istituiti fin dal 1997. Quindi ci avviamo al quarto di secolo, ma purtroppo dopo 24 anni su 16 parchi hanno approvato il piano di assetto solo in cinque. E va ancora peggio per le riserve regionali. Solo sette su 31 infatti hanno il loro strumento di programmazione. Buio fitto invece sui regolamenti, pure previsti dalla legge. In questo caso il calcolo e’ molto facile, perché nessuno li ha adottati. Questa la denuncia del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Massimiliano Maselli, in una recente intervista concessa al quotidiano romano Il Tempo. I numeri sono davvero impietosi, ha attaccato Maselli. Infatti in base alla legge 29 del 1997, ciascun parco e riserva deve approvare un proprio Piano. Che deve indicare una serie di parametri fondamentali. Come la perimetrazione dell’area naturale, le destinazioni a uso pubblico o privato, l’accessibilità veicolare e pedonale e i criteri per la tutela della flora, della fauna e del paesaggio. Ma ad oggi abbiamo appena 12 piani approvati su 47 aree protette regionali, tra parchi e riserve. Tra i pochi in regola, quello dell’Appia Antica e di Aguzzano, il parco del Pineto e quello dei Monti Simbruini. Mentre per le riserve naturali e restando a Roma, sono a posto la Valle dei Casali, la Tenuta dei Massimi, il Parco dell’Insugherata e la Riserva di Monte Mario. Troppo poco.
Alla faccia del verde
”Questa è la dimostrazione di come la giunta Zingaretti si riempie la bocca di green economy. Di bio diversità, di rispetto e tutela dell’ambiente – ha attaccato Maselli. Ecco invece come gestisce le aree naturali protette. Che oltretutto sono senza consigli direttivi da circa due anni. E che si trovano così nella impossibilità di intraprendere qualsiasi iniziativa economico sociale per il loro sviluppo. E anche per il loro rilancio. Parchi e riserve naturali infatti sono allo sbando – ha concluso il consigliere regionale del partito di Giorgia Meloni. E senza risorse e programmazione, non riescono più ad andare avanti”.