Maurizio Leo a Gualtieri: “Ora la tassa sulla pizza?”
L’aumento IVA solo rinviato, denuncia Leo
Come è noto ogni legge che importi maggiori oneri, in base all’art. 81 della Costituzione, deve provvedere ai mezzi per farvi fronte, oltretutto partendo dal presupposto che le clausole IVA di 20 e 27 miliardi non sono state “sterilizzate” come improvvidamente qualcuno dichiara, ma semplicemente rinviate”.
“E’ chiaro ed evidente – continua Leo – che per una vera riforma dell’Irpef bisognerebbe rinunciare ad alcune misure costose e sbagliate, reddito di cittadinanza in primis, e innescare meccanismi virtuosi di crescita. Leggiamo oggi che il governo starebbe pensando a inasprire l’Iva su hotel e ristoranti e su non ben identificati beni di lusso.
“E’ chiaro ed evidente – continua Leo – che per una vera riforma dell’Irpef bisognerebbe rinunciare ad alcune misure costose e sbagliate, reddito di cittadinanza in primis, e innescare meccanismi virtuosi di crescita. Leggiamo oggi che il governo starebbe pensando a inasprire l’Iva su hotel e ristoranti e su non ben identificati beni di lusso.
La tassa sulla pizza
Una ipotesi che andrebbe a penalizzare anche la famiglia che va al ristorante o in pizzeria una volta a settimana. L’ipotesi dello switch tra Iva e Irpef arriva all’indomani dalla mancata proroga della cedolare secca per gli affitti commerciali, una scelta che Confedilizia giustamente ha liquidato come ‘gravissima’.
Si tratta di misure boomerang – qualcuno ricorda il flop e gli effetti nefasti prodotti dalla famosa tassa sulle barche introdotta dal Governo Monti nel 2012? – che difficilmente contribuiranno a rilanciare il Pil e una crescita che tutti gli indicatori indicano come sovrastimata. La riforma del fisco, insomma – conclude Leo – rischia di rappresentare un colpo di grazia per le attività produttive. Servirebbe una vera sterzata, ma purtroppo questo governo non è in grado di mettere in campo misure davvero capaci di rilanciare l’economia dell’Italia”.