Maurizio Molinari si chieda perché Repubblica perde copie
Mi piacerebbe capire dove vuole arrivare Maurizio Molinari. È il direttore di Repubblica e crede di poter linciare chiunque non la pensi come lui.
Peccato, perché tanti anni fa mi capitava persino di frequentarlo con amicizie comuni. Mai lo avrei immaginato nei panni di un fustigatore delle cose inesistenti.
Maurizio Molinari trascina a fondo Repubblica
Ieri mi sono trovato di fronte al solito titolo di Repubblica. O Maurizio Molinari non legge il suo giornale o non si rende conto delle sciocchezze che scrivono i suoi cronisti: Clemente Pistilli, questo il redattore a cui deve fare attenzione.
Con un titolo mi sono trovato improvvisamente socio in affari di Francesco Rocca, candidato – che voterò molto volentieri – alla presidenza della regione Lazio per il centrodestra e del gruppo Angelucci. Il tutto condito con i Nar.
Notizie fasulle. Perché con Rocca sono solo amico e mai siamo stati soci. Idem con gli Angelucci, che semmai sono i miei datori di lavoro. L’unica società che ho posseduto era a fatture zero.
Maurizio Molinari non legge il suo giornale?
Uno si chiede: perché scrivere cose false? Qual è il motivo per cui si butta tutto in caciara?
Motivi elettorali contro Rocca? Può darsi, ma va sempre detta la verità. E in questo caso non c’è. E mi chiedo ancora quale sia l’intento di Molinari. Far linciare gli avversari?
Perché si possono criticare certamente i giornalisti – soprattutto se di destra – ma non deve mai mancare la chiarezza né la verità. Quei titoli sono bombe a mano, fanno immaginare bande di affaristi dediti chissà a quali operazioni nascoste. Bastava chiedere e quella specie di cronista che ha scritto un articolo di tal fatta avrebbe trovato la risposta senza fuga.
Il suo direttore ne sarà contento. Anche se a ottobre 2021 Repubblica vendeva 103mila copie e a ottobre 2022 82mila: i lettori non ne sono contenti, mi sa. Le bugie non portano copie. I propalatori di “notizie” fasulle ci stiano attenti. Magari l’editore – loro – potrebbe chiedergliene conto.