Maxi operazione antidroga a Roma, cocaina e crack (a domicilio) da San Basilio al centro: 18 arresti

Maxi blitz all’alba di questa mattina a Roma, dove i Carabinieri della Compagnia di Roma Centro – su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia – stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 18 persone. Di queste 8 andranno in carcere perché gravemente indiziate di essere promotori e membri di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, mentre le altre 10 saranno sottoposte alla misura degli arresti domiciliari e dell’obbligo di presentazione in caserma. In questo caso sono gravemente indiziate di plurime condotte di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.
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La droga da San Basilio al centro di Roma
Le indagini dei Carabinieri, che sono partite a inizio 2023 dal monitoraggio dei canali di approvvigionamento di un pusher dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nell’area della movida di Piazza Navona e Piazza del Fico, hanno permesso di raccogliere tutti gli elementi. E i militari, che per circa 6 mesi hanno lavorato, sono riusciti a ricostruire la struttura criminale. La base logistica si trovava a San Basilio, qui venivano gestiti prevalentemente cocaina e crack, poi la droga arrivava fino al centro storico.
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A capo Alessio Capogna, come funzionava
I Carabinieri sono riusciti sì a ricostruire la struttura piramidale dell’organizzazione, che vedeva a capo Alessio Capogna, un parente di storici personaggi del narcotraffico capitolino, ma hanno studiato anche la suddivisione interna dei ruoli. Ognuno doveva seguire uno schema, doveva rispettare quel modello ‘itinerante’ di piazza di spaccio. L’organizzazione aveva superato l’incontro ‘classico’ per la consegna di droga. In questo caso la sostanza stupefacente arrivava direttamente a casa con un delivery service, consegnata come se fosse un pacco qualsiasi o una cena ordinata sulle tante piattaforme che ormai esistono in rete.
Cocaina e crack a domicilio, con l’ordinazione che avveniva attraverso un ‘centralino’ disponibile tutti i giorni. E a tutte le ore.
La droga veniva consegnata a domicilio
Le trattive per acquistare la droga avvenivano soprattutto sulle note applicazioni di messaggistica e chi voleva aveva la possibilità di ordinare la quantità che desiderava. A patto, però, che venissero rispettate anche formule ‘criptiche’ per non farsi scoprire. Dalla parola ‘cotta’ per indicare il crack a “cruda” per riferirsi alla cocaina. E ancora, “grande” per la dose da 0,5 grammi e “piccolo” per quella da 0,2 grammi. Con tanto di possibilità di aderire a promozioni o scontistiche “lampo” pubblicizzate all’occorrenza sui vari canali di comunicazione. Proprio come se fosse un negozio online, tra ordini. E sconti.
All’interno dell’associazione, poi, i ruoli erano ben definiti e tutto era molto rigido e stabile. C’era chi gestiva la contabilità, chi individuava i luoghi giusti per nascondere la droga, spesso lontano dal quartiere. Poi c’erano i turni di lavoro al centralino, i pusher ‘galoppino’ che in auto o in scooter effettuavano le droga. E c’era pure chi lavorava un po’ come se stesse nel settore delle risorse umane per trovare nuova manovalanza. L’associazione era solita aprire dei “casting” online con l’invio di “annunci di lavoro” sulle piattaforme di messaggistica. “Cercasi autista/galoppino” – scrivevano, poi spiegano i turni di servizio e la remunerazione prospettata. Un singolo pusher arrivava a guadagnare 150/300 euro al giorno, ma poi venivano anche spiegati i margini di crescita all’interno dell’organizzazione.
Chi sbagliava pagava
Chi sbagliava pagava. E chi non sottostava alle regole veniva fatto fuori. Il sodalizio, infatti, si reggeva su regole ferree, che prevedevano la punizione di galoppini, centralinisti e sodali con tagli di “salario”. E questo anche se solo qualcuno era sospettato di infedeltà. Poi c’era addirittura la definitiva estromissione di quelli ritenuti non abbastanza “produttivi”. E non senza gravi minacce di punizioni fisiche, facendo leva sulla forza intimidatrice derivante dalla caratura criminale del suo leader.
La piazza, che raggiungeva un volume di affari di 5000 € al giorno, è stata aggredita nel corso delle indagini con numerosi arresti in flagranza. E con il sequestro di circa mezzo chilo di stupefacente (crack e cocaina) e di denaro contante ritenuto provento dell’attività illecita. Stamattina il blitz e i 18 arresti.