Maxirissa nella metro A, Roma sicura solo nei sogni di Gualtieri: terrore tra i passeggeri, tra i protagonisti l’aggressore di Cicalone
Altro che bilancio in attivo. Mentre Atac, con un comunicato “al miele”, vanta i conti finalmente positivi, con un + 10,9 milioni di euro, sulle metro di Roma si rischia grosso. Al punto che, come ha detto anche un magistrato, potrebbe anche scapparci il morto, se non si interviene.
Ne è l’ennesima dimostrazione la maxirissa – l’ultima di una lunga serie – scoppiata sabato sera verso le 20:45 sulla banchina della stazione della fermata metro Barberini, una di quelle diventate più “pericolose”.
La furiosa lite, inizialmente tutta al femminile, è proseguita dentro la stazione con l’aggiunta degli uomini delle due gang di borseggiatori che, dopo essersi presi a calci, schiaffi, sputi e tirate di capelli, si sono inseguiti urlando, tra il terrore dei presenti, per l’intera stazione.
La rissa tra due gruppi di borseggiatori
La rissa è avvenuta tra due gruppi di borseggiatori sudamericani. Tutto è partito dal fatto che alcune malviventi avevano adocchiato la stessa vittima a cui rubare il portafogli. È quindi nata prima una “contestazione verbale” tra le due bande rivali, poi si è arrivati alle mani, con una borseggiatrice che è stata rincorsa e tirata per i capelli da una sua concorrente. Scene violente, al punto che a terra sono poi state trovate ciocche di capelli miste a tracce di sangue su entrambe le banchine.
Tra le persone riprese figura anche il giovane che pochi giorni prima aveva aggredito Simone Cicalone – il noto youtuber che da tempo va a “caccia” di borseggiatori sulla metro – e la sua videomaker. Per il malvivente c’era il divieto di dimora a Roma, ma – nonostante questo – ancora si aggira per le strade della Capitale.
Roma, borseggi nella metro: ‘botte’ tra ladre e passeggeri (VIDEO)
Per Atac e Gualtieri non c’è aumento del numero dei reati
Eppure, malgrado ormai quasi tutti i giorni si registrino episodi di violenza di questo genere, oltre agli scippi e ai borseggi, appena 6 giorni fa il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ai microfoni di SkyTg24, aveva detto che sulla base dei dati Atac il numero dei reati è costante e non c’è un aumento. Certo, aveva aggiunto che questo non lo rassicurava, in quanto “crimini intollerabili” da parte di “bande di due provenienze”. Le bande sudamericane, appunto, che si contrappongono tra loro. E che contrastano anche i borseggiatori di etnia rom.
Ma, ora, delle due una: o Roma era una città così violenta e insicura anche prima e il problema non è stato risolto, con risse, liti e fenomeni di furti che fin troppo spesso sfociano in accoltellamenti o comunque vittime ferite – basta vedere anche cosa è successo ieri appena fuori alla stazione Termini, con due persone derubate e ferite dai loro aggressori – oppure il problema è aumentato e va comunque affrontato, soprattutto in vista del Giubileo.
Gualtieri ha infatti affermato che “I numeri dimostrano ancora una volta che la Capitale è una città sicura, anche se ci sono zone che necessitano presidi maggiori. È stata aumentata la presenza all’interno della stazione Termini, infatti lì registriamo un numero dei reati più basso, anche se si sono spostati nelle vie limitrofe”.
La paura dei passeggeri
Ma in realtà, oltre ai reati nelle vie limitrofe alla stazione Termini – reali, al punto che Gualtieri ha richiesto un aumento del 30% delle forze di polizia per contrastarli – resta il problema della sicurezza sui mezzi pubblici e sulle metro in particolare. Appena due settimane prima, il 13 luglio, un borseggiatore di origine sudamericana aveva spruzzato lo spray al peperoncino, seminando il caos sempre alla stazione Barberini. Da qui è scoppiata una maxi rissa che ha costretto la chiusura della metro per circa 30 minuti. Anche questa volta si sono fronteggiate due bande di latinos. Tra il fuggi fuggi dei passeggeri sotto choc.
E il 25 luglio un ragazzo è stato accerchiato da 10 borseggiatori e minacciato di morte alla stazione Flaminio, solo perché aveva avvisato una persona che stava per essere derubata. “Ti accoltelliamo, stai attento, sei morto”, gli hanno detto circondandolo. Si è salvato solo perché in quel momento è arrivata una fiumana di gente, inconsapevole di quanto stava accadendo, e lui e riuscito a fuggire.
Il 20 luglio, invece, un’altra rissa, stavolta alla stazione Tiburtina, con addirittura una persona armata di sega. E, neanche a dirlo, tutti che scappavano terrorizzati.
Si può prendere la metro con la paura che succeda una cosa simile, oppure con il timore di essere derubati? Dov’è la città sicura di cui parlano il sindaco o Atac? Chi sono questi sudamericani che hanno invaso Roma e la fanno da padroni? Chi glielo permette?