Medici di famiglia impotenti contro il coronavirus?
I medici di famiglia del Lazio sono esasperati, sul rischio coronavirus si sentono abbandonati.
La denuncia è netta: i sistemi di prenotazione sono praticamente inesistenti, le liste d’attesa sono a livelli intollerabili, la burocrazia ordina decine e decine di prescrizioni. A questo si aggiunge la paura del morbo cinese, che li vede in prima fila con i loro pazienti per verificarne i sintomi.
Oltre 4000 medici soli
Sono 4.400 i medici di base nella regione Lazio e nessuno di loro ha ricevuto disposizioni chiare sul da farsi. È facile per il ministero della salute redigere circolari inapplicabili: i medici di medicina generale ( e cioè quelli detti ” di famiglia”) e i pediatri devono, tra le altre cose, “programmare la visita in ambiente dedicato presso lo studio o visita domiciliare e dotarsi di DPI (mascherina, guanti, occhialini, camice monouso)”. Parole.
Ma Bartoletti minimizza
Minimizza su Repubblica in un servizio di Federica Angeli, Pierluigi Bartoletti, vicesegretario nazionale vicario e segretario di Roma della Fimmg: “Non possiamo certo presentarci ai pazienti con la mascherina. La prima regola è quella del “no panic”. Anche perché a Roma, conti alla mano, buche e rischio caduta di rami e alberi sono più pericolosi del coronavirus. Seguiremo alcune direttive regionali definite ieri, chiedendo ai cittadini collaborazione “. È importante, secondo Bartoletti, che chi ha frequentato le zone dei focolai non lo nasconda: ” Poi finisce che lo studio va in quarantena”. E dire che, numeri alla mano, ogni studio è composto da quattro o cinque medici, che hanno in cura circa 800- 1000 pazienti ( anche se gli assistibili sono molti di più). ” E i pazienti non possono certo essere redistribuiti – aggiunge Bartoletti – . I numeri sono troppo alti”.
Ma molti suoi colleghi sono furibondi, perché in realtà – a differenza dell’epoca della Sars – oggi non ci sono certezze per chi opera in prima linea in studio e deve fornire ai propri pazienti preoccupati indicazioni precise.