Meglio tardi che mai. Dalla prossima settimana tamponi anche dai medici di base e in farmacia

È proprio il caso di dire meglio tardi che mai. Infatti dalla settimana prossima dovrebbe essere possibile fare i tamponi più velocemente. E scoprire se si è positivi o meno al covid 19 senza stare dieci ore rinchiusi in macchina a un drive in autorizzato. Lo ha annunciato la Regione Lazio, e speriamo che dopo tanti rinvii sia finalmente la volta buona. Il progetto si articola su due filoni, uno che coinvolge i medici di base e l’altro le farmacie. Per quanto riguarda i primi, gli esami si svolgeranno presso i 300 studi che hanno aderito al bando regionale. E che sono stati selezionati. E il test sarà completamente gratuito. Per le farmacie invece, si starebbero superando gli ultimi problemi amministrativi e burocratici. Per arrivare  velocemente alla possibilità di effettuare anche presso queste strutture il tampone. Un passo avanti notevole sul terreno della prevenzione, che potrebbe contribuire a limitare il contagio. Isolando in fretta i positivi, e consentendo agli altri di andar al lavoro o a scuola in sicurezza.

Coronavirus, meno contagi ma anche meno tamponi: dinamica chiara

Tamponi rapidi dal medico e dal pediatra di fiducia. E arriva l’ok anche per le farmacie

Sono due le novità importanti nel Lazio. I medici di medicina generale (MMG) che hanno aderito al bando regionale hanno la possibilità di eseguire i tamponi rapidi antigenici in sicurezza presso i loro studi.  Sarà un servizio gratuito per i cittadini e i kit ai medici verranno forniti dal Sistema sanitario regionale. I medici che hanno aderito e sottoscriveranno il profilo di sicurezza sono più di 300 e circa 40 le Unità di Cure Primarie (UCP) e partiranno dalla prossima settimana. Ma non è tutto. L’altra novità riguarda la possibilità di far eseguire i tamponi rapidi antigenici anche dalla rete delle Farmacie del Lazio. Sono in corso in queste ore gli approfondimenti tecnici per consentire il servizio in piena sicurezza e la trasmissione dei flussi informativi nelle banche dati delle Asl. In questo caso l’onere sarà a carico dei cittadini. Queste due scelte serviranno ulteriormente ad ampliare la possibilità di fare screening attraverso l’utilizzo dei test antigenici.

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