Meloni incontra la partigiana Del Din, della “Osoppo”. A Porzus la macchia indelebile della resistenza
Giorgia Meloni ha scelto di incontrare una partigiana per il 25 aprile. Lo scrive il presidente del Consiglio in un intervento sul “Corriere della Sera”. “Stiamo dalla parte della libertà e della democrazia, senza se e senza ma, e questo è il modo migliore per attualizzare il messaggio del 25 Aprile. Perché con l’invasione russa dell’Ucraina la nostra libertà è tornata concretamente in pericolo. È, questa, una convinzione che ho rafforzato grazie all’incontro con una donna straordinaria, Paola Del Din. Durante la Resistenza combatteva con le Brigate Osoppo, le formazioni di ispirazione laica, socialista, monarchica e cattolica. Fu la prima donna italiana a paracadutarsi in tempo di guerra. Il suo coraggio le è valso una Medaglia d’oro al valor militare, che ancora oggi, quasi settant’anni dopo averla ricevuta, sfoggia sul petto con commovente orgoglio.
Del Din: partigiani? Noi eravamo patrioti
La DelDin della resistenza dice: “Il tempo ci ha ribattezzati partigiani, ma noi eravamo patrioti, io lo sono sempre stata e lo sono ancora’. Nell’Italia repubblicana è stata insegnante di Lettere e, nonostante i suoi quasi cento anni, continua ad accettare gli inviti a parlare nelle scuole di Italia e del valore della Libertà. Dedico questo giorno a lei, madre di quattro figli e nonna di altrettanti nipoti, ma anche, idealmente, di tutti gli italiani che antepongono l’amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica”.
La strage comunista di Porzus per cui nessuno pagò mai
Le Brigate Osoppo furono vittime della ferocia dei partigiani comunisti in un episodio che rimarrà una macchia indelebile nella storia partigiana e della resistenza. Il 7 febbraio 1945 una banda di un centinaio partigiani comunisti della Brigata Garibaldi conabdati da “Giacca” Toffanin, si presentò alla malga di Porzus e, dopo un processo-farsa, passarono per le armi tutti i giovani partigiani presenti. Tra di loro c’era una ragazza 22enne, Elda Turchetti, nonché il fratello di Pasolini, Guido, e lo zio di Francesco De Gregori, che portava il suo stesso nome. Il motivo? I comunisti volevano egemonizzare la lotta partigiana, mentre ne erano una minoranza. La mattanza alla fine fece contare 17 giovani vittime. Toffanin, oltre all’ergastolo, assommò un’altra condanna a 30 anni per furto, rapine, estorsioni e omicidi. NOn fece mai un giorno di galera.
(Foto da Corriere del Veneto)