Meloni: “Su Chico Forti lavoro in silenzio da 16 mesi, le istituzioni mi aiutino”
Sul caso di Chico Forti “io non ho mai smesso di lavorarci, ma ci ho lavorato in silenzio, perché su queste cose si lavora tanto e si parla poco. E’ uno dei tanti piccoli obiettivi che mi sono data con la mia coscienza per questa famiglia e per Chico e anche una delle emozioni più belle che mi sono regalata in questi 16 mesi al governo chiamare Chico Forti e dargli questa notizia. Adesso c’è un iter molto complesso per avere il trasferimento sul quale stiamo molto lavorando e richiamo tutte le istituzioni della Repubblica a darci una mano per correre per far sì che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, Chico Forti possa vedere la sua famiglia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di un’intervista a ‘Dritto e Rovescio’ su Retequattro.
Il punto sull’azione di governo con la presidente @GiorgiaMeloni #Drittoerovescio pic.twitter.com/TgSdKgBrLS
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) March 7, 2024
Sarà la Corte d’appello di Trento a farsi carico dell’esecuzione della pena di Chico Forti una volta rientrato in Italia dagli Stati Uniti. L’imprenditore trentino è detenuto in Florida con l’accusa di avere ucciso Dale Pike il 15 febbraio 1998. Omicidio di cui si è sempre dichiarato innocente ma per cui Forti è stato condannato all’ergastolo. Sul rientro, lo zio Gianni sottolinea a LaPresse che “i tempi tecnici sono quelli necessari. Io non penso che saranno lunghi, probabilmente saranno già stati risolti a monte. Però fino a che lui non metterà i piedi in Italia siamo e saremo sempre in una situazione di attesa”.
“Manterremo l’impegno con gli Usa” e Chico Forti “rimarrà detenuto, poi si vedrà quello che accadrà. Non dobbiamo fare quello che è stato fatto con la signora Baraldini, portata in Italia e liberata il giorno”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tg2 Post, aggiungendo che il caso è molto diverso, “una vicenda molto controversa, poco chiara. Fatto sta che c’è stata una condanna, verrà in Italia e sconterà la condanna in Italia”.