Mentana, per salvarsi dai lupi salta e finisce in un giardino: capriolo aggredito dai cani
Una fuga disperata. E poi, dopo la corsa, un salto incredibile, di due metri. Ha provato a salvarsi con tutte le sue forze, il giovane capriolo femmina che ieri mattina è finito nel giardino di una villa. Ma, per sua sfortuna, lì ha trovato dei cani da guardia, che l’hanno aggredita non appena ha poggiato le zampe a terra.
È successo nella mattinata di domenica, verso le 11:30, a Mentana, alle porte di Roma. A raccontare l’accaduto il noto esperto nella gestione di animali Andrea Lunerti.
La fuga del capriolo
Il capriolo, come spiega Andrea Lunerti attraverso un post sul suo profilo Facebook, ha saltato la recinzione di una villa a Mentana, alta ben due metri. Ma, appena “atterrato” dall’altra parte, è stato aggredito dai cani. “Forse impaurita da un’auto o inseguita dai lupi nel bosco limitrofo – racconta l’esperto – ieri mattina intorno alle ore 11:30 il giovane ungulato femmina ha tentato un ultimo disperato tentativo di mettersi in salvo compiendo un incredibile salto di due metri circa, oltrepassando la recinzione del podere del signor Piero”.
Il padrone della villa, allarmato dalle grida del povero capriolo, ha immediatamente provveduto a recuperare i suoi cani. “Purtroppo gli animali – prosegue Lunerti – avevano già raggiunto lo sfortunato capriolo e istintivamente lo avevano già morso più volte, provocando numerose ferite su tutto il corpo”.
L’uomo ha quindi contattato l’esperto per cercare di mettere in salvo il capriolo, che ha ricevuto le prime cure dal dottor Aldo De Felici della ASL di Monterotondo. L’animale, che ha riportato diverse ferite – di cui solo una profonda – è in prognosi riservata in affidamento temporaneo presso Il Rifugio del Lupo a Morlupo. Al momento il giovane esemplare di capriolo femmina appare molto spossata, non solo per le ferite ricevute, ma anche per lo stress a cui è stata sottoposta.
Aggiornamento: morta la giovane femmina di capriolo
“Si è addormentata così, questa mattina alle ore 06:40”. Andrea Lunerti mostra la foto del capriolo, accovacciato nella paglia. Gli occhi aperti. Eppure l’animale non respira più. Non ce l’ha fatta. “Nonostante tutti i nostri sforzi – spiega Lunerti – lo stress, spesso fatale per questa specie, ha messo fine alla corsa per la sopravvivenza di questo giovane e sfortunato capriolo”.
Purtroppo sono sempre di più gli ungulati che dalle aree boschive limitrofe alla città, si districano tra le case che avanzano sempre più verso gli ambienti naturali, approfittando di quei pochi attraenti latifondi agricoli rimasti, fonte di acqua e cibo alternativo.