Se Messina Denaro parla su quel bambino ucciso nell’acido

Messina denaro bambino

Magari su Messina Denaro cambia la storia grazie ad un bambino ammazzato nell’acido. Perché il boss di mafia che odia lo Stato e le sue leggi, malato e rinchiuso al 41 bis nel carcere dell’Aquila, comincia a distillare le sue verità. Ovviamente tutte da approfondire e verificare, ma è sorprendente la scelta di parlare sia pure per difendersi.

E così Messina Denaro ha scaraventato su Giovanni Brusca l’accusa di aver ucciso e martirizzato quel bambino, Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido per vendetta nei confronti del padre collaboratore di giustizia.

Matteo Messina Denaro e quel bambino

La scelta di parlare di quel crimine infame mette i giudici nella condizione di dover verificare obbligatoriamente se si tratta di una calunnia o di un’accusa fondata. Anche perché Brusca – dopo una caterva di delitti al cui apice c’è la stagione delle stragi – è libero dal carcere dopo essersi ritagliato l’abito del pentito.

Mafia contro mafia, dunque, con una quantità enorme di sangue versato e che ora attende giustizia. Quel bambino fece una fine orrenda perché il padre stava collaborando con la giustizia. E suona un po’ beffardo che un altro pentito come Brusca sia ora accusato dall’ultimo capo riconosciuto di Cosa nostra, di essersene sbarazzato in quella maniera.

Chi è che mente ora, l’ultimo boss o Giovanni Brusca

È credibile il pentimento di Brusca? Può essere considerata autentica la responsabilità che gli imputa Messina Denaro? È una commedia infinita quella di queste bande criminali dell’ultima stagione. La verità è sempre incerta come il percorso di un trapezista al circo.

Chi guarda da lontano queste tristi storie di mafia, resta la speranza che lo Stato non si arrenda mai in questa guerra. Che passa anche per l’intitolazione a Giuseppe Di Matteo della scuola di Castelvetrano che frequentava prima di essere ammazzato in quel modo. Serve a mantenere viva una coscienza collettiva. La mafia può essere sconfitta.