Metro A in tilt, uomo sotto al treno sulla Termini Centocelle. Altra mattinata di passione sui trasporti della capitale
La Metro A in tilt, dalle 07.45 di questa mattina. Per un calo di tensione alla rete elettrica. E tre stazioni chiuse, quelle di Furiò Camillo, di Manzoni e di Vittorio Emanuele. Con navette introvabili e utenti inferociti. Un nuovo, pesante disservizio. Dopo quello simile accaduto ieri, sulla tratta B1 da Jonio a piazza Bologna. Anche in questo caso, non è ancora chiara la dinamica del guasto. E i tecnici dell’Atac stanno verificando l’accaduto. Tutte le ipotesi sono possibili, anche quella di un calo generale dell’energia elettrica disponibile da parte del fornitore. O di un guasto in una qualche cabina sotterranea. Ma certo, la pazienza degli utenti e da un pezzo esaurita. E come se non ci mancasse altro, anche la Termini Centocelle si è fermata. Per un uomo. finito sotto al treno alle 06.00, poco prima dell’alba. E ora in gravissime condizioni in ospedale.
Metro B1 ferma, Metromare a 30 all’ora. Per i pendolari piove sul bagnato
La metro a Roma è sempre più una scommessa
Metro A ferma questa mattina con tre stazioni chiuse. Metro B1 in tilt ieri, insieme alla Metromare. Con ritardi fino a 45 minuti tra Piramide e Vitinia. E un uomo che è finito sotto un treno all’alba di oggi, vicino alla stazione. Sulla tratta Termini giardinetti. Uno straniero di 44 anni, che ha riportato conseguenze gravi. E che ora si trova in ospedale, in codice rosso. Certo, in questo caso Atac e il comune non hanno colpe. E non si sa ancora se si sia trattato di un incidente, o di un tentativo di suicidio. Ma per tutto il resto, si potrebbe e dovrebbe fare molto di più. Perché il trasporto metropolitano su ferro è l’unica soluzione per rispettare le norme europee, per ridurre il traffico privato e per combattere l’inquinamento. Ma senza investimenti in efficienza e sicurezza, la metro diventa una ‘trappola’. E poi non ci lamentiamo se i romani sono costretti a prendere la propria auto per arrivare in tempo al lavoro. O semplicemente per non essere costretti a vivere un’odissea quotidiana sui mezzi pubblici.