Metro C, altri quattro anni per arrivare ai Fori Imperiali. Niente ‘taglio del nastro’ per la Raggi

Il prolungamento della Metro C e l’apertura della stazione archeologica Fori Imperiali al Colosseo slittano ancora. Di ben quattro anni, e adesso la consegna dell’opera rischia di non arrivare in tempo nemmeno per il Giubileo del 2025. Con buona pace della sindaca Raggi, che sperava di tagliare il nastro in questo autunno. Ma che dovrà rassegnarsi a consegnare il testimone al suo successore. Un ritardo pesante quello accumulato dal Consorzio Metro C. Che già a luglio aveva fatto presente a Roma Metropolitane una serie di impedimenti che avrebbero reso impossibile il rispetto del cronoprogramma del 2013. Così la stessa stazione appaltante preso atto della situazione ha inviato un atto amministrativo al Consorzio. Accordando  appunto una proroga di quattro anni. Un tempo molto lungo in effetti, per i pochi chilometri che separano S. Giovanni dal Colosseo. Ma i contrattempi sarebbero stati molteplici. Dai ritrovamenti archeologici su via dell’Amba Aradam al blocco delle talpe escavatrici dal luglio 2019 ad agosto 2020.

La stessa Roma Metropolitane nella suo provvedimento di proroga parla però di “disconoscimento di ritardi attribuibili al contraente generale”. Quindi, gli iniziali sette anni arrivati adesso ad undici per aprire due stazioni sarebbero da attribuire ai rallentamenti burocratici amministrativi di competenza capitolina. E al rapporto spesso complicato con le Sovrintendenze archeologiche. Tradotto, 700 milioni di extra costi in 14 anni di lavori. E sul futuro dell’opera non ci sono certezze.

Costi in orbita e ritardi, la metro C arriverà al Colosseo solo nel 2024. E la successiva tratta verso Farnesina per ora resta sulla carta

Il problema della linea C è sempre stato quello dei costi. Legati a una difficoltà sempre crescente nel portare una infrastruttura sotterranea ‘pesante’ nel cuore di una città particolare come Roma. Così i tempi si sono dilatati a dismisura, e spesso le Sovrintendenze hanno richiesto approfondimenti archeologici preventivi durati anni. Ma anche il futuro dell’intera tratta è ricco di ombre. Perché se la stazione archeologica dei Fori Imperiali aprirà solo nel 2024, la destinazione finale oltre il Tevere e fino a Farnesina appare poco più di un miraggio. Almeno per due ordini di problemi. Il primo, di disponibilità economica. Perché è difficile sostenere una spesa di diverse centinaia di milioni di euro a chilometro. A meno di non attingere pesantemente a risorse esterne. Come per esempio il Recovery Fund, se mai arriverà. E se al momento di decidere le priorità, Roma sarà adeguatamente rappresentata. Il secondo intoppo, è legato alla fattibilità tecnica dell’opera. Perché da Piazza Venezia al Tevere dopo la bocciatura e lo stralcio dal progetto della stazione di Chiesa Nuova non ci sarebbero fermate. Per non parlare della stazione prevista a Piazza Risorgimento. Che andrebbe a confinare con i Musei Vaticani.

Insomma, arrivare a Farnesina rimane una scommessa molto costosa e difficile da vincere. Almeno nel breve periodo. E se il futuro sindaco di Roma vorrà puntare ancora sul potenziamento del trasporto pubblico sotterraneo, dovrà imprimere da subito un deciso cambio di passo.

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